Nota del giorno sui complotti e
sulle rivolte in Libia
Ieri c'è stata l'ennesima
scaramuccia, al centro di Tripoli tra le forze cosiddette rivoluzionarie e i
militari filo-occidentali, capeggiati dal generale in pensione Haftar. Chi pensava che
i libici sarebbero ridiventati una colonia delle multinazionali occidentali si
sbagliava di grosso, perché la dissoluzione dello Stato libico ha dato luogo
ovviamente all'infiltrazione e alla nascita di nuove realtà e forze in Libia,
tutte contrapposte le une alle altre. Così, la fine della dittatura Gheddafiana
che garantiva la stabilità e la pace in Libia, ha dato luogo alla
frammentazione politica, all'insicurezza perenne e ai complotti interni e
internazionali. Molti oggi in Libia rimpiangerebbero di aver scambiato, per dire
così in termini metaforici, un abito vecchio ma molto dignitoso e mistico, con
una casacca spinosa e falsamente luccicante offerta loro da chi aveva sempre tramato contro
la loro unità, la loro dignità, le loro risorse energetiche ed infine la loro stessa
storia e civiltà. Sarkosi che è stato accusato proprio dal figlio di Gheddafi
Saif al Islam di aver intascato tangenti e finanziamenti dalla Libia, durante
la sua campagna elettorale che lo incoronato presidente dei francesi, è oggi accusato dalla magistratura francese per altri reati, ed è stato
lui a mandare i suoi caccia per dar luogo a questa tragedia libica. Nel farlo,
egli non aveva a cuore la dignità, la salvezza e la pace del popolo libico,
bensì, la vendetta contro la famiglia Gheddafi che lo ha accusato e gli
interessi di quella Francia in declino, ma sempre con aspirazioni coloniali
velleitarie e anti-storiche. Oggi la
Libia è in mano a mille bande e milizie. E’ uno dei paesi più
ricchi della terra e pure la mancanza di unità, di stabilità e di avvedutezza
politica da parte dei successori di Gheddafi fa sì che il paese rimanga
lacerato e sottosviluppato, al pari degli atri paesi arabi vittima dello stesso
disegno diabolico. Finisco dicendo che tutta la colpa è non solo dei libici che
non riescono a mettersi d’accordo su una nuova costituzione e un nuovo assetto
istituzionale democratico comune che garantisca loro la pace e la prosperità
economica, ma è quella del signor Sarkosi che ha sferrato i suoi Rafales, jet
francesi d’ultima generazione, contro chi come Gheddafi, nonostante la
dittatura, garantiva al popolo libico quella pace e quella tranquillità che
valgono più d’ogni petrolio e più d’ogni nuova strategia e democrazia
occidentale.
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