J’Accuse del 29/03/2018 commedia dell’arte delle sanzioni economiche orchestrata contro la Russia


J’Accuse del 29/03/2018 commedia dell’arte delle sanzioni economiche orchestrata contro la Russia



Domandatemi quanto è cara la vita

Ed ogni crudele sanzione patita

Lo sanno perfino gli alieni

Gli irakeni e i libici…

Voi che fabbricate i vostri nemici

Non sarete mai sereni!


Nel gergo politico-diplomatico lo strumento delle sanzioni economiche è finalizzato a stancare il nemico e provocare contro i suoi vertici politici un sollevamento popolare che piomberebbe nel caos il paese in questione. Abbiamo visto che cosa avevano prodotto nel corso di quasi 15 anni le sanzioni economiche contro il Iraq di Saddam Hussein.  Cito l’Iraq come esempio storicamente eclatante e grossolano a dimostrazione del fatto di quanto la disumanità insita nelle sanzioni sia più crudele delle stesse guerre. In Iraq morirono quasi due milioni di bambini e centinaia di mialgia di civili bisognosi di cure e di farmaci vietati agli irakeni. Quelle sanzioni sono servite ad affamare il popolo irakeno ma non ad intaccare il regime di Saddam. Abbiamo visto alla fine quanto quella guerra dichiarata nel 2004 contro Saddam Hussein fosse stata ingiusta e fondata su delle menzogne di cui il Premier Blair e il presidente americano Bush furono gli artefici. Sebbene lo strumento delle sanzioni economiche abbia sempre goduto di un fondamento natura giuridica tale da legittimarlo, esso aveva sempre prodotto dei disastri di portata colossale. Perciò la sua natura politico-giuridica, in ogni contesto storico, è legittimata dalla potenza militare e non da un’etica universale di rispetto dei diritti umani e dei diritti dei popoli alla vita e alla libertà. Abbiamo visto queste immani contraddizioni all’inizio del secolo scorso sotto la Società delle Nazioni, allorché s’imposero delle colossali sanzioni a danno della Germania della Repubblica di Weimar, sanzioni finalizzate al pagamento dei danni di guerra ai paesi occidentali. In quel contesto si posero i presupposti per la nascita del Nazional-socialismo di Hitler e della più grande guerra che il mondo abbia mai conosciuto. L’errore dell’imposizione delle sanzioni economiche fatto dopo la prima guerra mondiale non fu ripetuto dopo la seconda guerra mondiale. Gli americani d’allora e gli europei avevano capito che occorreva creare qualcosa che facesse vivere tutti in pace, sotto la bandiera delle Nazioni Unite. Così fu fondata la Comunità europea che conosciamo oggi, dopo la sua triste parabola come Unione Europea. La caduta del Muro di Berlino e la rinascita della Russia hanno ridimensionato gli equilibri regionali e internazionali. Da due decenni Putin sta cercando di riportare la sua Russia nel concerto delle grandi potenze. Questa rinascita di Mosca è vista dall’Occidente come una minaccia. Non entro in merito ai fatti salienti che hanno contrapposto le due parti in quest’ultimi anni, dai fatti ucraini, all’aggressione contro la Libia, alla guerra civile di Siria ma osserviamo che il fallimento dell’accerchiamento della Russia è per così dire costantemente compensato da un crescendo di sanzioni economiche ai suoi danni. E qui ci ritorna la parola danni riscontrata dopo la prima guerra mondiale, come parola chiave per capire la psicologia degli attori in campo. Si vuole piegare Mosca con ogni mezzo. Ora abbiamo visto come il fondamento politico delle sanzioni economiche difetti di un fondamento etico, in quanto chi le decide lo fa in funzione di una posizione di forza sul campo  ovviamente al fine di proteggere i suoi interessi strategici. Ma trattasi della Russia, e non del povero Iraq o della povera Libia di Gheddafi, dobbiamo riconsiderare attentamente la questione. Non dimentichiamo che questa Commedia dell’arte delle sanzioni e delle guerre di spionaggio e delle bugie è la via irreversibile verso la guerra generale. Ora qualunque guerra contro la Russia è persa in anticipo. Ai commedianti dell’arte delle sanzioni di saperlo bene. Ditemi se le storie che vi ho appena raccontato non sono così d’esempio ai nostri decisori e registi? Stroncare e umiliare il popolo russo non serve a nulla. Occorre cambiare approccio, perché le sanzioni economiche ci porteranno dritto verso la terza guerra  mondiale.


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