J’Accuse del 15/03/2019 sulle manifestazioni degli studenti per salvare il pianeta dall’inquinamento
J’Accuse del 15/03/2019 sulle manifestazioni degli studenti
per salvare il pianeta dall’inquinamento
Ci vuole un nuovo risorgimento. Un nuovo 68 finalizzato a riprendessi in mano le redini dell'umanità.
I giovani studenti che sono scesi per le strade delle
maggiori città del mondo aderendo all’appello della giovanissima attivista
svedese Greta Thunberg, già proposta per il prossimo Nobel per la pace,
rappresentano come loro stessi hanno detto:
l’ultima generazione che può invertire la rotta per salvare il pianeta dagli sconvolgimenti
climatici causati dall’inquinamento. Si chiede a gran voce ai governi dei
rispettivi Paesi politiche più incisive contro il riscaldamento globale, in
particolare per ridurre le emissioni di anidride carbonica, tra i principali
gas serra. Una richiesta fatta già molti anni fa dagli organismi internazionali
e da una serie di governi sensibili a questo problema. Abbiamo visto che come
la comunità internazionale abbia intrapreso un percorso istituzionale e
normativo per abbassare le emissioni col Protocollo di Kioto e le tante
promesse dei governi maggiormente responsabili. La doccia fredda arrivò con il fallimento
della Conferenza di Parigi e il conseguente ritiro degli Stati Uniti di Trump
da tale percorso. Ora il futuro delle prossime generazioni è spacciato. Il
problema di fondo però rimane l’incapacità dei governi e delle maggiori
industrie dei paesi industrializzate a varare un nuovo modello di sviluppo meno
inquinante e più sostenibile.
Ai giovani J’accuse fa un pressante appello:
riprendetevi le vostre città. Fate in modo che i governi si mettano d’accordo e
varino un nuovo piano mondiale per salvare la terra. Ogni mezzo pacifico e
intelligente è buono per giungere a questo fine. Il futuro appartiene a chi
lotta nel presente.
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