J’Accuse del 24 Maggio 2019 le elezioni europee di Domenica 26 Maggio: Un voto cruciale per l’Unione Europea e i popoli europei


J’Accuse del 24 Maggio 2019 le elezioni europee di Domenica 26 Maggio: Un voto cruciale per l’Unione Europea e i popoli europei



  1. La prima domanda che ci viene in mente quando pensiamo all’attuale situazione politica dell’Europa caratterizzata dall’ascesa dei nazionalismi e dei populismi è la seguente: chi ha ridotto l’Europa a questa miseria morale e politica?
  2. In oltre settant’anni di costruzione non si è riusciti a costruire uno spirito europeo e dei cittadini europei convinti che la loro forza e loro pace e democrazia risiedono nell’essere cittadini di un’Unione dove si godono gli stessi diritti e gli stessi doveri. Eppure c’hanno provato in tanti e con tanta passione politica e soprattutto con il convincimento che l’unico modo per scongiurare altre guerre e altri orrori in Europa sarebbe stato quello di imparare a stare insieme e a condividere i valori della democrazia e della libertà per i quali sono morti milioni di uomini durante il secondo conflitto mondiale. Ci hanno provato in primis i nostri padri fondatori che hanno negoziato i trattati di Roma, dando vita alle Comunità Europee. Poi successivamente tutti gli altri leader con le difficoltà oggettive che avevano caratterizzato tutti quei contesti storici del secondo dopo guerra. L’Europa aveva rappresentato una speranza per tutti e direi una maniera intelligente e "geniale" per chiudere con secoli di guerre e di lotte tra i popoli europei. Ma tale processo, portato avanti da chi aveva preso le redini di governo, ad un certo punto si è inceppato, perché, a nostro avviso, ci si è soffermati maggiormente sugli aspetti economici e finanziari, tralasciando quelli sociali e culturali, credendo che l’integrazione economica avrebbe incentivato e portato gradatamente a quella politica, culturale e sociale. Inoltre il veloce processo di allargamento dell’Unione ad est aveva reso ancor più difficile il consolidamento della coesione politica, culturale e sociale. Su questo fronte dell’incoerenza e dell’incostanza del processo d’integrazione si è giocati il futuro dell’Unione europea. Le crisi economiche che avevano investito l’Europa e il mondo e il frettoloso processo di mondializzazione dell’Economia, nonché l’emergenza delle nuove potenze regionali e internazionali avevano accelerato la crisi dell’Europa e dato via all’ascesa delle destre estreme e dei populismi in ogni dove. Oggi ci troviamo in un bivio: o votare per i populisti e le destre estreme che annienterebbero tutto quanto costruito finora in Europa, aprendo un’era piena d’incognite e d’incertezze oppure ridare una preziosa opportunità ai partiti di centro e di sinistra affinché riformino quest’Europa e la avviino verso l’integrazione politica e sociale. E questo significa aprire una nuova era dove i cittadini devono ritornare ad essere al centro dell’attenzione e dei processi delle Istituzioni euopee. 
  3. Ai ciarlatani e ai predicatori dell’odio, quali sono i partiti estremisti di destra, si deve dire di no. La storia europea dopo il secondo conflitto mondiale aveva deciso di seppellire una volte per tutte tutti i fascismi e nazismi. Ogni voto dato alle destre è un insulto a questa storia.

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