J’accuse del 12/10/2022 sulle dichiarazioni di Zelensky: nessun dialogo con Putin! Un dettato recitato ad arte per continuare le ostilità


 

J’accuse del 12/10/2022 sulle dichiarazioni di Zelensky: nessun dialogo con Putin! Un dettato recitato ad arte per continuare le ostilità

 

Mentre l’intera comunità prega e trema per il rischio dello scoppio della terza guerra mondiale i grandi leader della terra, ivi compresi quelli del G7, che si sono riuniti ieri virtualmente continuano a temporeggiare e a fare dichiarazioni prive d’ogni logica e sensibilità. La cosa ancor più adirante è continuare a sentire, come se qualcun altro le dettasse quello che dovrebbe dire, che il signor presidente Zelensky ha deciso di non dialogare con Putin e che sarebbe invece pronto a farlo con qualunque altro leader capace di rovesciarlo a Mosca! Dichiarazioni deliranti e sconclusionate che, come appena detto, sembrano dettate da chi vuole alzare la posta del gioco, mirando non solo a trovare una soluzione al conflitto, che oppone due nazionalismi incompatibili e dicotomici tra di loro, ma a raggiungere ben altri obiettivi a scapito d’ogni rischio e soprattutto facendo pagare i costi di questa atroce guerra ai cittadini e alle imprese del mondo intero, ivi compresi gli impatti sulla salute e l’ambiente. La verità, però, è che siamo in guerra alla nostra insaputa. I nostri governi sono stati costretti con ogni mezzo a fare questa scelta antidemocratica senza avallarla di parlamenti nazionali. Nessuna consultazione è stata fatta per l’approvazione della linea della belligeranza. Non è stato aperto un confronto democratico nei circoli e nelle istituzioni rappresentative. E’ stata fatta passare la linea dell’invio delle armi e delle sanzioni come una scelta naturale e obbligata, accusando chiunque dissenti di Putinismo o addirittura di tradimento. L’accusa che viene fatta ai regimi totalitari è quella d’impedire il dissenso. Ora la democrazia che impedisce il dialogo e il dissenso non è dissimile dal totalitarismo? Che Zelenzky detti la sua linea e la imponga a noi, lui è libero di farlo, ma noi siamo noi e dobbiamo decidere del nostro destino. La realtà dei fatti dice che siamo di fronte ad un’espansione dell’UE e della Nato che si è urtata brutalmente con il risveglio della Russia e la sua volontà di tornare alla sua grandezza imperiale. Che la Crimea e il Donbass rappresentino quelle vie e quello spazio necessario a questa potenza non vi è nessun dubbio. Ma il mio dubbio è: valeva la pena andare fino a lì e risvegliare l’ira degli orsi? Non c’erano altri modi per costruire un mondo libero e migliore di quello che si voleva edificare allargandosi fino all’Ucraina?

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