J’Accuse del 5 ottobre 2022 sulla telefonata tra Meloni e il Zelensky. Una farsa la cui regia è dettata dai poteri forti

 J’Accuse del 5 ottobre 2022 sulla telefonata tra Meloni e il Zelensky. Una farsa la cui regia è dettata dai poteri forti




 

E ancora un altro pacchetto di sanzioni! Ancora le sfere d’influenza dirigono l’orchestra e dettano le condizioni per la nomina della Meloni. A quale finalità o direi pubblicità s’inserisce la telefonata tra Zelensky e la nostra probabile presidente del Consiglio Georgia Meloni? Se non a dare le garanzie per il proseguo di quella linea di sostegno attivo del nostro paese alla sua Ucraina. La cosa più grave è che si percepisce bene la pressione sull’attuale maggioranza uscita vincente dalle urne per continuare nella linea succitata, senza lasciare nessuno spazio di manovra ai nuovi protagonisti della politica nazionale di poter tentare delle mediazioni o persino decidere il daffare in funzione dei nostri interessi nazionali. Sembra come se si delineasse in anticipo il campo di manovra di tale governo, legandolo agli impegni presi dal governo Draghi. Questa è un’inaccettabile limitazione della nostra sovranità nazionale. Mettiamo il caso in cui Georgia avesse già deciso la sua linea nei confronti della guerra ucraina e che avrebbe deciso d’interrompere l’invio delle armi e nel contempo d’instaurare un dialogo con Mosca finalizzato a trovare un accordo tra i belligeranti, avrebbe avuto lei l’incarico dal Mattarella? Io credo di no. Credo che la telefonata con Zelensky così come la sua dichiarata fedeltà al patto atlantico fossero stati come una condizione sine qua non per poter avere l’incarico di presidente del Consiglio. Non si dice ma si capisce tra le righe. Le sfere d’influenza hanno mille modi per dissuadere chi tenterebbe di rompere le catene dell’alleanza. Sarà questo il concetto di libertà e di democrazia inteso e consentito di chi s’erge a difensore della libertà e dei diritti umani nel mondo? Se riflettiamo bene, tutte le buone maniere portano a supporre che gli uomini decidono serenamente quando sono liberi, perché proprio è l’amore della libertà che fa amare anche la stessa pace. Che Zelensky abbia vietato al suo popolo di dialogare con Putin con ridicoli decreti, magari anche questa misura s’inserisce in quel sistema delle catene imposte, per continuare a creare le tensioni e le minacce alla pace. Potremo mai vivere in continuazione sotto le minacce delle armi atomiche? Siamo o no liberi di decidere del nostro destino? Chi ha votato per la Meloni sa bene che quella telefonata a Zelensky è una farsa, una commedia non degna dei propositi e delle speranze elargite nei comizi e nelle piazze dalla medesima. Al nostro paese serve una nuova stoffa per alleviare le sofferenze dei suoi cittadini e dargli una nuova brillantezza ma anche una nuova generazione di leader integri che amino l’Italia e difendano la sua identità e l’idea che nessun vincolo per quanto risulti lecito può alienare la nostra libertà e capacità di giudizio. Termino questo J’accuse con l’auspicio che Salvini rinunci all’idea di tornare al Viminale: sarebbe una tragedia nella tragedia. Una campagna elettorale permanente

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