J’accuse del 2 giugno 2023 sulla festa della Repubblica- Breve riflessione sulla democrazia repubblicana

 

J’accuse del i giugno 2023 sulla festa della Repubblica- Breve riflessione sulla democrazia

 




Oggi si celebra la nascita della nostra Repubblica. Una ricorrenza piena di significati e di sfide ancora vive e importanti per la nostra nazione. Appunto, nazione, perché non lasceremo mai alle destre l’utilizzo strumentale di questo vocabolo tanto caro alla Giorgia Meloni e al suo partito Fratelli d’Italia. Per chi ama davvero questo paese, le ideologie non contano e non dovrebbero rappresentare quel muro e quel riferimento politico e istituzionale, così come spesso avviene nelle nostre istituzioni repubblicane. Ma il problema non è d’ordine politico o ideologico, quanto di natura prettamente democratica. Poniamoci tutti due domande: la nostra repubblica è davvero fondata sull’uguaglianza dei diritti e delle opportunità? Essa è rappresentativa di tutti i cittadini? La risposta è chiara: Essa lo è sul piano della costituzione ma non sul piano fattuale. Darei un esempio per essere maggiormente chiaro: i partiti e coloro che sono stati scelti a rappresentare il popolo italiano rappresentano davvero la nazione, parola tanto decantata dalla Meloni? A nostro avviso, la nostra democrazia è ancora censitaria, così come avveniva nei secoli passati, dove il censo è quella capacità offerta dal sistema legale ai pochi facoltosi e introdotti nel potere per accaparrarsi e gestire il potere politico. Questo grande gioco dove il potere economico e mediatico ha un ruolo fondamentale viene presentato, o direi simulato, come esercizio della democrazia. Basti pensare alla discesa in campo di Silvio Berlusconi e al ruolo svolto nella storia politica del nostro paese in questi ultimi trent’anni, per capire meglio che i cittadini italiani sono sì uguali sulla carta costituzionale ma non sul piano dei diritti politici e delle opportunità che ogni autentico sistema democratico deve garantire ai suoi cittadini. Tutti le leggi ad personam varati, tutti gli illeciti andati in prescrizione o mai accertati perché il sistema stesso è pieno di falle. Un sistema istituzionale repubblicano così come si è sviluppato in quest’ultimi decenni, in qualche modo, con le pratiche e le degenerazioni introdotte, si è allontanato dallo spirito costituzionale repubblicano che pone un accento peculiare sull’uguaglianza dei diritti. Di chi è la colpa allora? Per quale motivo abbiamo oggi tanta disaffezione verso la politica e la partecipazione alla stessa attraverso le elezioni? Se metà dei connazionali non si recano alle urne, una risposta va pur data: la verità è che i partiti che sono previsti come strumenti per esercitare la democrazia si sono trasformati in usurpatori e occupanti della medesima, interpretandola secondo i loro particolari e egoistici approcci politici e ideologici. Sono per giunta in questa fase storica ed economica servili ai diktat e agli imperativi dei poteri forti ( finanziari e sovrannazionali) che condizionano lo sviluppo e il corso della storia della nostra nazione- (nazione?)- Abbiamo detto bene nazione per non lasciare a chi dal suo punto di vista partitico e strumentale, s’accanisce sul suo utilizzo, allorché si fa interprete di ruoli e politiche non nazionalistiche e non di difesa delle nazioni. In questa breve riflessione vorrei soffermarvi sul problema maggiore della nostra democrazia repubblicana: il ruolo dei partiti a restringere la sfera dei diritti costituzionali ad appannaggio dei loro privilegi e soprattutto dei privilegiati che sono dentro le nostre istituzioni repubblicane. Viva la repubblica e l’uguaglianza tra i cittadini.

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