Nota del giorno 31 sulla strage del Campo profughi di Jabalia

 

Nota del giorno 31 sulla strage del Campo profughi di Jabalia

 

Non è un'autodifesa radere al solo quartieri di civili pieni di bambini e donne, ma un orrendo crimine di stampo nazista

un intero quartiere del campo profughi di Jabalia a Gaza è stato raso al suolo dalle bombe lanciate dagli F16 israeliane. Oltre 400 vittime tra bambini, donne e civili inermi. Che cavalleria! Ma dormono tranquilli questi cavalieri ebrei dell'aria? Un tempo c'era un'etica di guerra e i cavalieri rispettavano le regole e i civili, oggi questi piloti israeliani che volano indisturbati sui cieli di Gaza, senza contraerea palestinese, perché non ne hanno, mirano bene, sorseggiando una coca cola, e magari facendo delle risate, per uccidere le donne e i bambini palestinesi. Sono vigliacchi e assassini peggio dei nazisti. Anzi i nazisti, nella loro barbarie come raccontano gli storici ebrei, non facevano così ed erano, in confronto alla violenza delle odierne stragi di Tel-Aviv a Gaza, più rispettosi dei civili. Che cosa hanno imparato questi ebrei dalla Shoah che impongono ai popoli europei di celebrare ogni anno, pena le punizioni? Prima o poi ci sarà un castigo. Le barbarie commesse, consentite e tollerate dalle cancellerie occidentali, sono sotto gli occhi di tutti. Nessuno di questi vigliacchi al governo alza la voce perché sa che le loby ebraiche, in qualche maniera, li toglieranno la paghetta come loro hanno tolto acqua, corrente elettrica, cibo e medicinali ai palestinesi in una punizione collettiva. Avete creato il mostro che ha snaturato la vostra pseudo democrazia e  chi sostiene oggi i nuovi nazisti sbaglia di grosso ed espone i propri popoli alla stessa distruzione e agli assassini che i palestinesi stanno subendo. Non mi viene altra parola per descrivere questi barbari: sono peggio degli orchi. Spesso, infine, si confonde chi denunzia questi crimini come un radicalizzato. Se dire la verità comporta questo, allora siamo tutti oramai radicalizzati. Dovete d’ora in poi tenerne conto.

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