J’Accuse del venerdì 23 maggio la deriva dell’Estremismo di destra e la morsa della nuova classe Tecnocapitalistica sulla democrazia de sull'uguaglianza nel mondo
J’Accuse del venerdì 23 maggio: l’i la deriva dell’Estremismo di destra e la morsa sulla democrazia
"Karl Marx critica il capitalismo come sistema di sfruttamento in cui la classe dirigente, la borghesia, estrae profitto dalla forza lavoro del proletariato. Marx vedeva nella struttura capitalista della società una fonte di alienazione e sfruttamento che poteva essere superata solo attraverso una trasformazione rivoluzionaria che portasse al comunismo."
Si potrebbe asserire benissimo che lo stesso liberalismo capitalistico abbia trionfato su tutte le altre ideologie marxiste e social democratiche, ma alla fine abbia generato esso stesso e contro i suoi stessi sostentori il germe della sua fine. Lo vediamo in tutti gli stati europei e soprattutto nel paese Guida delle democrazie occidentali dove un tycoon miliardario, comunicatore e scaltro, con l’appoggio determinante di un pugno di super miliardari americani, razziste, xenofobi e sprezzanti verso l’umanità, possessori e controllori dei maggiori social media internazionali, sta demolendo la stessa democrazia con tutte le conquiste politiche, sociali e giuridiche conseguite finora, in nome e per il nome della salvaguardia degli interessi nazionali e particolari e contro gli stesi principi de democrazia e di rispetto dei diritti umani che lo hanno fatto eleggere. E’ paradossale, assurdo, contraddittorio ma è pure vero. Lo scopriamo man mano che passano le settimane il cinismo e la spudoratezza con la quale Trump vara le sue politiche con decreti presidenziali che sospendono diritti, vietano libertà e minacciano persino l’indipendenza di altri stati. Lo vediamo altresì come si atteggia con i suoi interlocutori alla Casa Bianca trattandoli di subalterni e persino di inferiori rispetto alla sua autorità di presidente capace di offendere e di sostenere spesso l’insostenibile. Questa spudoratezza è emersa ma non chiaramente allorquando propose a Zelensky la firma dell’Agreement sulle terre rare, ignorando sia i diritti della stessa Ucraina sia i diritti dello Stato imperiale Russo che è tornato in possesso delle province che avevano sempre fatto parte dell’Impero degli Zar. Questo stesso cinismo lo abbiamo visto con orrore anche quando ha postato il video su Mar a Gaza, come se lui stesso si comporti al pari di un Dio Faraone dotato di poteri e autorità per statuire che un popolo debba lasciare la sua terra affinché il Tycoon Trump alla casa Bianca, e non il popolo americano, costruisca i suoi alberghi lussuosi e casinò e magari le case di piacere per le clientele del Golfo amico, compratore delle armi americane. A che cosa servirebbero tutti quelle centinaia di miliardi di dollari di armi? Magari ad alimentare le guerre civili quando si deciderà di farle scoppiare! La stessa incoerenza l’abbiamo percepita allorché due giorni fa il Capo assoluto della casa Bianca ha ricevuto il presidente Sudafricano Ramaphosa e la sua delegazione. Qui Trump in qualche modo si spoglia e fa trasparire il suo disappunto per chi come egli ha affermato sta perseguendo un genocidio in Sudafrica contro le minoranze bianche. Con foto e video illustra il dramma di questi latifondisti uccisi e derubate dalle loro terre, con la complicità delle autorità locali. Genocidio dei bianchi sudafricani, ma non dei palestinesi ad opera di Netanyahu avrebbe replicato il suo ospite! No. Non ha avuto il coraggio di dire questa verità che peraltro è stata detta e denunziata dagli stessi sudafricani nella Corte Penale Internazionale. Ramaphosa si è difeso incolpando le bande criminali, ma ha dimenticato di ricordare a Trump che questi stessi latifondisti che lui difende bianchi sono gli eredi del vergognoso sistema d’Apartheid e che quelle stesse terre sono state rubate ai neri al tempo del loro arrivo in Sudafrica. Nelle accuse di Trump, però, si riflette l’influenza dei suoi sostenitori ricchi e alla loro testa Musk che è figlio di quel sistema d’Apartheid e di quelle storie vergognose e tragedie che hanno infangato il paese e lo stesso continente africano per secoli. Riscontriamo perciò in questo approccio e in queste politiche la fine della democrazia e il cambiamento di regime che giorno dopo giorno sta affiorando dalle misure e dai decreti che il Presidente Trump, appoggiato da questi oligarchi, sta varando, ponendo amplissime questioni di costituzionalità. L’attacco all’Università Harvard, rea di non essersi uniformata alle sue scelte politiche, è emblematico nella sua originalità e nello svelare la vera identità di chi vuole mettere il bavaglio al dissenso politico. Se gli estremisti europei di destra in ascesa e al governo in molti paesi considerano questo modello come il più efficace per rispondere alle guerre e alle crisi del nostro tempo, le opposizioni non riescono a questa deriva non riescono a capire che siamo di fronte ad un ritorno del nazismo e alla dittatura proprio da chi un tempo aveva eretto i suoi imperi e la sua identità politiche sulle ceneri del sistema nazifascista. La stessa frattura con la Russia è un complotto per indebolire il fronte antinazista e antidemocratico, emerso con la stessa classe oligarchica americana oggi al governo sul trono della Casa Bianca. Chi, infine, decanta le canzoni Trumpiane in Europa, agisce contro gli stessi cittadini e la stessa storia europea che fatto della cooperazione e la condivisione dei valori e della democrazia quei pilastri che hanno garantito la pace e la sicurezza in Europa e che oggi vacillano perché si è tornati in mano agli estremistim ai nuovi tecnocapitalisti e agli imperialisti d’ogni matrice.
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