J’Accuse del 7 ottobre 2025 sulla decisione di Trump di concedere i missili Tomahawk, la guerra è il cammino verso la pace?
J’Accuse del 7 ottobre 2025 sulla decisione di Trump di concedere i missili Tomahawk
premessa:
certo il ruolo che sta avendo il Presidente Trump nel fermare il conflitto arabo israeliano è notevole e non può essere non apprezzabile, perché è meglio di niente, nonostante il sostegno fondamentale che dà Washigton alla macchina criminale bellica israeliana. Attendiamo gli sviluppi e giudicheremo bene, ma siamo abbastanza stufi e disillusi. Quindi attenderemo. Sul versante della guerra ucraina la pace è lontanissima con l'invio dei missili tomahawk che cambiano lo scenario, gli obiettivi e la dimensione della guerra. Come ha detto Rutte, Segretario della Nato: " la Russia è in grado di colpire tutte le capitali europee in pochi minuti con i missili supersonici". E allora dove si va? Secondo la stessa filosofia Trumpiana che si è tradotta anche col cambio di nome al Ministero della Difesa Americano, divenendo Ministero della guerra. Ora se vogliamo capirne di più, o meglio intuirne di più: è e sarà la pesuazione delle armi a portare alla guerra. Ma questo vale anche per la Russia Putiniana. Il Cremlino prima o poi dovrà far capire alla Nato che una guerra sarà indubbiamente distruttiva per entrambe, ma va cominciata, va provocata, va giocata la guerra per avere la pace...
Articolo:
Oggi a Sharm el Sheik un capitolo interessante è stato iniziato molto tardivamente come ha sottolineato Trump, dopo 3000 mila anni. La guerra e la dominazione reciproca non avevano insegnato nulla ai popoli del Medio-oriente. Sarà il profeta Trump, un uomo d'Affari che oggi si è trasformato in un predicatore di pace, a riuscire di fare ciò che i secoli e gli uomini non avevano mai fatto: la convivenza e il rispetto reciproco su una terra sacra per tutti? Ce lo auguriamo.
Da parte della Casa Bianca concedere i missili Tomahawk è non solo “ una pericolosa escalation” come dice il Cremlino ma secondo me è una chiara dichiarazione di guerra dalla quale Putin e la sua Russia devono rispondere adeguatamente senza né se né ma. E’ un passo verso la terza guerra mondiale e la guerra generale in Europa. Ma sarà il cammino della guerra verso la pace? ovvio di sì. la guerra non stanca i fabbricanti d'armi né tantomeno gli odiatori e gli assettati di sangue. E' una prova per il profeta Tycoon americano che da una parte predica la pace e dall'altra minaccia l'escalation.
Più passano i giorni e i mesi si conferma una verità assoluta: che sono gli americani i principali fautori della guerra, prima con il guerrafondaio Biden che ha portato con la sua “politica di guerra ad oltranza alla Russia” all’esasperazione di questo conflitto, illudendo gli ucraini in primis e gli europei in secondo luogo che la guerra contro la Russia si poteva vincere in pochi mesi e che la Russia e la dittatura di Putin sarebbe crollata con un colpo di stato o con una inevitabile rivolta popolare. Entrambe le ipotesi sono state scartate dall’evoluzione successiva all’intervento russo contro Kiev. Sia il regime Putin sia il popolo russo sono rimasti coesi e fedeli alle ragione profonde dietro l’attacco al presunto regime nazista e filo occidentale d’Ucraina. Tutto sommato in questi tre anni di guerra sono stati gli europei e gli americani ad avere affrontato un caro prezzo sostenendo con le loro finanze le armi a Kiev, l’attuale piano riarmo dell’Europa e il costo esorbitante dell’energia acquistata dal fortunato e florido mercato statunitense. Ma non è solo il costo economico insostenibile, ma è sul piano politico che si registra la caduta dell’Europa, perché sono stati proprio quei valori fondanti ad essere traditi e non quelli che andavano gridando gli ipocriti rappresentanti dell’attuale Unione: non è il mito dell’Europa libera democratica ad essere stato colpito dall’attacco russo all’Ucraina, ma al contrario è la stessa natura dell’Unione ad essere stata alterata e tradita per così dire diventare imperialista e belligerante e per nulla direi dialogante con le altre realtà circostanti e che ovviamente non sono e non saranno mai simili alla sua storia, alla sua tradizione liberale e ai valori di civiltà. Appunto proprio la civiltà ha lasciato oggi il suo sacro posto alla barbarie e alla manipolazione della verità: lo abbiamo visto a Gaza quanta coerenza l’Europa ha avuto nel difendere i suoi valori di libertà, di democrazia e di difesa dei diritti umani. Tanto impegno è stato messo nel sostenere lo stato genocida d’Israele che oggi celebra l’anniversario dell’attacco del 7 ottobre. E’ ridicolo sentire un Macron che dopo aver capito che il mondo intero abbia condannato il genocidio, ne esce fuori con il suo tardivo ma pur sempre benvenuto riconoscimento dello stato palestinese. Meglio tardi che mai! Questa classe dirigente dell’Unione sta portando al macello le sue nazioni con la persistenza con la quale si vuole negare la verità sul conflitto ucraino. La verità, lo abbiamo detto in mille salse e lo hanno detta autorevoli e eminenti storici e accademici di fama internazionale: è che la Nato non doveva allargarsi fino ai confini russi e men che meno mettere mano sulla torta ucraina. Ed ecco come dice proprio il gran proverbio: “ se la verità non vi piace, che possiate morire dopo averla sentita”. Oggi i Tomahawk annunciati da Trump, sono una chiara contraddizione rispetto alla sua veste di predicatore di pace inaugurata a Sharm el Sheik con la Conferenza di pace, e rappresentano l’inizio di quella morte che avverrà qualora Zelensky osasse colpire le città Russe con i missili americani. Sarà l’inferno e vorrei che Putin lo dicesse chiaramente e non si limitasse alla parola “Escalation”.
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