J'Accuse del venerdì 7 novembre perché la vittoria di Mamdani è uno specchio che riflette la sconfitta della nostra Sinistra e del socialismo in Europa

 J'Accuse del venerdì 7 novembre perché la vittoria di Mamdani è uno specchio che riflette la sconfitta della nostra Sinistra e del socialismo in Europa

 


La vittoria di Mamdani è una lezione per la sinistra italiana ed europea




Ritorno a parlare della storica e schiacciante vittoria di Zohran Mamdani, questa volta però, comparativamente alle classi dirigenti di sinistra, in Italia e altrove, ossia quei variegati, multiformi e fallimentari partiti che con le loro divisioni e  incoerenze hanno consentito alle Estreme Destre di conquistare Palazzo Chigi e di rimanerci un’intera legislatura, tenendo ben presente la storia dei ribaltoni e delle instabilità politiche che aveva connotato il nostro paese dal secondo dopo guerra fino alle elezioni politiche del 2022. Se tornassimo a parlare di come PD e M5S si presentarono divisi a queste elezioni parlamentarie, ben consapevoli che il sistema elettorale maggioritario avrebbe consentito in ogni modo una schiacciante vittoria delle destre sarebbe da piangere lacrime e sangue per quegli errori e quella mancanza di passione e di fede negli ideali di un campo che non può non chiamarsi socialista, non può non definirsi interprete dei bisogni e dei problemi delle classi operaie, lavoratrici, artigiani industriali e medie di questo paese. La titubanza e l’incoerenza del PD, maggiore partito che tentenna e balbetta davanti a queste masse quando si parla di disuguaglianze, di livelli dei salari, di rincari dei prodotti di base e energetici, dei problemi dei pensionati e dei giovani e che al contrario va a braccetto con il mondo della finanza, dei poteri bancari e delle massonerie europei e che non fa nemmeno un esame di coscienza quando si tratta di bloccare l’invio delle armi a Kiev, sapendo bene che questa guerra è una guerra sporca e imperialista che non serve i valori europei bensì li affossa in nome della prepotenza e di un’identità politica incompatibile sia con i valori e la tradizione politica della sinistra italiana sia con gli stessi divieti imposti dalla nostra costituzione a favorire e appoggiare guerre tralasciando i mezzi diplomatici e politici per la sua risoluzione. E’ il discorso politico incoerente, furfante, e non rispondente alle richieste e bisogni delle masse che è sotto accusa e che avvantaggia in qualche modo le Destre estreme al potere. Ritornare a dirsi quello che si è, di sinistra, socialisti, vicini alla gente, contro le guerre imperialiste e le violazioni dei diritti umani e decisi a dare le risposte rivoluzionarie politiche e identitarie alle nostre azioni e ai nostri programmi è la ricetta vincente per chi in Europa e in  particolare nel nostro paese vuole seguire la scia di Mamdani e restituire rispetto e lustro alle istituzioni democratiche infangate da populisti arroganti e irrispettosi verso i nostri valori costituzionali e universali. Non bisogna cambiare personale politico per raggiungere quest’obiettivo, ma ritornare ad essere quello che si è che si tratti del M5S o del PD, partiti che devono lottare per le classi lavoratrici, trainando il nostro paese verso il progresso materiale e la convivenza pacifica tra le nazioni.

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