J’Accuse del martedì 23/12/2025 gli Asset russi nelle banche occidentali. La Russia si piegherà davanti alle minacce ?

 

J’Accude del sabato 20/12/2025 gli Asset russi nelle banche occidentali . La Russia si piegherà davanti alle minacce?





 Premessa:

la guerra non si fermerà con la vittoria di Zelensky e degli europei. Nessuno piegherà la volontà della federazione russa a respingere coloro che miravano ad attentare alla sua sicurezza  e all'annessione con la forza (persecuzione delle minoranze russofone del Donbass e la disinformazione che mira a delegittimare lo stato russo) e la stessa idea che lo vede circoscritto al rispetto dei confini artifiziosi, tracciati o modificati da leader passati del Cremlino, i quali non avevano minimamente immaginato quello che sarebbe un giorno successo alla "grande fratellanza degli ucraini e dei russi", fatta scoppiare con la penetrazione, le speculazioni e le ingerenze degli occidentali nell'Europa nord-orientale. 

Bisogna, infine, ridiscutere e arrivare ad un nuovo Accordo su come mantenere la pace in Europa, con Mosca. 


Continuo il J’Acccuse di ieri affrontando due fatti che riguardano la guerra in Ucraina ossia dobbiamo dire la guerra tra Russia e Occidente: è questo il nome giusto anche alla luce dei fatti sotto esame: il primo riguarda i cosiddetti Asset russi, ossia le centinaia di miliardi di euro nelle banche occidentali, investiti in titoli e azioni e che rappresentano un grande tesoro degli oligarchi russi, legati al Cremlino. Nessuno avrebbe mai pensato da quando la guerra era cominciata che si sarebbe arrivati a questo livello di ruberie e di pirateria internazionale ad opera delle cancellerie occidentali medesime, perché appunto quando l’ex presidente Biden, il grande artefice e responsabile di questa guerra diede il suo avvallo al sostegno dell’Ucraina militarmente e politicamente, nessuno avrebbe immaginato che essa sarebbe durata fino ad oggi a avrebbe comportato sacrifici e contributi immensi sia per gli USA di Trump, che non la vogliono più finanziare, sia per i guerrafondai europei che oggi, dato il livello d’indebitamento e di coinvolgimento delle proprie finanze, anche nel riarmo richiesto e intrapreso, la vogliono continuare con messi non propri e gli Asset russi sono una risorsa illegale e illegittima per vincerla. Tutta questa faccenda poco coerente con gli stessi principi di diritto si è discusa nell’ultimo Consiglio europeo a Bruxelles di due giorni e ha visto contrapporsi il partito guerrafondaio guidato dalla Germania, Regno Unito e Francia e quello filo russo e trumpiano rappresentato da Meloni e Orban e il premier Ceco. Alla fine di un’estenuante seduta ci si è resi conto che il diritto finanziario e internazionale adottato anche dai singoli paesi europei non avrebbe mai dato ragione a questa ruberia, per giunta architettata e voluta da protagonisti legati anche loro al rispetto del diritto: nessun giudice nell’Unione europea avrebbe dato ragione all’uso di beni altrui per finalità belliche di dubbia legittimità e sul quale gran parte dell’opinione pubblica occidentale è divisa. Semmai nel caso “i tre porcellini”, riferendosi a Macron, Merz e Starmer, così Putin li ha definiti sarcasticamente, avrebbero trascinato l’Europa in questa faccenda ne avrebbero risposto non solo loro alla fine dei loro rispettivi mandati ma anche i loro paesi di riferimento, nel caso i tribunali operazione decideranno l’illegalità di tale operazione. Ma questa vicenda è anche indice della confusione e la disperazione che stanno attraversando questi leader. Non si riesce a piegare la Russia e come ribaltare questa realtà? Ovviamente l’uso degli Asset russi è stato definito da Putin stesso  come un casus belli, ossia caso di guerra ed è la guerra e solo la guerra che vediamo in assenza di un’apertura e o di una ragionevolezza da parte degli europei che mentono quando dicono che cedere il Dombass significa consentire a Putin di annettersi altri territori. Non si può parlare di pace e di buon vicinato se non si parla con la controparte se non si risolvono le crisi e i nodi sul tappeto! Così questa crisi ci ricorda quella di un secolo fa allorché la Germania di Weimar era occupata, assediata e costretta a risarcire i danni della Prima Guerra Mondiale. Quella logica vendicativa e umiliante usata nei Trattati di Versailles si è rivelata come un Boomerang e proprio le sanzioni economiche e il pagamento dei danni di guerra furono alla base dell’avvento del Nazional socialismo e all’arrivo di Hitler al potere nel 1933. Oggi si sta usando lo stesso stile, la stessa mentalità di superiorità e di stupidità politica e il risultato è che abbiamo una guerra che si sta allargando, anche con l’attacco alle petroliere russe nel Mediterraneo, cosa che gli europei architettano e consentono agli ucraini. Anche questo è un altro casus belli e Mosca è costretta a rispondere adeguatamente. Vedremo bene cosa daranno i colloqui odierni che si svolgeranno a Miami in USA dove gli inviati di Russia e Kiev valuteranno altri piani e altre proposte, ma i veri protagonisti e finanziatori e armatori dell’Ucraina tacciono e il loro silenzio è carico di confusione e direi in definitiva di responsabilità politica verso i loro paesi e le loro coscienze. La domanda che dovremo tutti porre: vale la pena morire tutti per l’Ucraina?

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