J’accuse del 22/ 01/016 sulla fine di Schengen e sulle scaramucce verbali tra il governo di Roma e la Commissione europea




Siamo ad un passo dalla fine di Schengen e del sogno europeo?

Quante volte abbiamo detto e ripetuto che questa Europa si è avviata verso un cammino senza uscita, un cammino che porterà inevitabilmente e irreversibilmente alla sua implosione. Quest’Europa che non vuole star bene è quella dei 26 popoli, delle 26 bandiere nazionali, delle 26 lingue e culture nazionali, delle 26 storie e egoismi nazionali. Qualche storico l’aveva definita l’Europa difficile, ma pronunciando l’aggettivo difficile, esso si confondeva sub consciamente nel loro pensiero con “impossibile”.  Nell’arco di 50 anni di Storia ci si è confrontati a tanti problemi, tanti crisi regionali e a tanti ostacoli, ma l’Europa nonostante l’adozione di una moneta unica -  e di uno spazio comune Schengen che sta agonizzando-  rimane ancora incompiuta, perché ci si è più focalizzati sui temi dell’economia e della finanza che a quelli che riguardano le politiche comuni  quali ad esempio la coesione e lo stato delle società europee, la politica estera  e di difesa comune,  la difesa dei cittadini più poveri e i marginalizzati e i disoccupati vittime della mondializzazione…, e soprattutto direi, il rafforzamento delle istituzioni europee attraverso una riforma  che dia più poteri al parlamento europeo e ad un governo espressione di una maggioranza politica scelta dai cittadini europei. Tutto questo è rimasto scritto sulla Carta, dal momento che ciascuna capitale europea vuole prevalere sull’altra. Lo scontro di Renzi con la commissione europea e quindi di quella parte  dell’Europa ricca  che vuole prevalere  sull’Europa dei poveri e degli arretrati, assomiglia in qualche modo a quel braccio di ferro che aveva opposto Berlusconi a Sarkozy e alla Merkel.

Se andiamo a vedere chi è poi Renzi e chi lo ha portato a Palazzo Chigi, allora capiamo subito che il fenomeno Renzi, con le sue scelte politiche e ambizioni, ci ricorda molto il decisionismo, la demagogia e la leggerezza con cui l’ex Cavaliere di Roma conduceva la politica nazionale ed internazionale….Insomma, da allievo docile, Renzi è diventato un maestro che non vuole più sentire lezioni o suggerimenti dai suoi partner europei, i fratelli maggiori... I suoi progetti attuali prevedono, ad esempio, l’abolizione della tassa sulla prima casa…., In Europa hanno capito che Renzi assomiglia a Berlusconi! Egli vuole conquistarsi un po’ d consensi attraverso questi provvedimenti, in vista delle prossime elezioni comunali e mgari politiche,  ma ciò è incompatibile con i vincoli di bilancio voluti dalla commissione europea,. Niente flessibilità , tuona quest’ultima! Renzi si ribella, qualcuno pensa o prevede degli scenari simili a quelli che hanno deposto il Cavalier Berlusconi: le leve della finanza hanno più potere dei popoli europei…ed è questa la verità  di quest'Europa che ha perso i suo fascino e la sua credibilità, quest’Europa che noi amiamo ma  che  non vogliamo sia fatta in questa maniera.

Commenti

  1. Caro Misk,
    sono uno dei più vecchi Presidenti del Movimento Federalista Europeo, ruolo che ho svolto prima a Reggio Calabria (ed ero molto ma molto giovane) e poi in Valle d'Aosta dopo il 1963 ed ho avuto anche la fortuna di conoscere Altiero Spinelli che era seduto allo stesso tavolo rotondo in cui ero seduto io a Tor Vergata. Ho seguito tutte le battaglie per la elezione diretta dei deputati al Parlamento Europeo ed ho fatto tantissime marce per sensibilizzare l'opinione pubblica e tante riunioni a Roma, Milano e Torino soprattutto. Non ti faccio l'elenco delle persone che ho conosciuto e tra queste Giuseppe Petrilli (che mi ha regalato con dedica un suo volume) che era tra i più anziani attivisti in quel tempo ma, quando a spirito e combattività, uno dei più giovani. Ti dirò che allora si credeva nell'idea che stavamo portando avanti e credevamo ad una Europa dei Popoli. Più tardi, però, ci si accorse che quell'Europa non interessava a chi contava e ben presto si capì che quel modello che noi volevano stava per essere soppiantato dall'Europa della Finanza. Penso che non ci sia più bisogno di aggiungere nulla. Molti di noi poi abbandonarono gli incarichi ritenendo esaurito il nostro compito che era principalmente quello di far diventare elettori i cittadini europei e non i governi che, fino alle prime elezioni, nominavano i deputati europei. Quindi di cosa ci stupiamo oggi? E' chiaro che l'alta finanza non avrebbe fatto gestire agli idologhi e passionari la politica europea ed i fatti che anche tu denunci ne sono una prova evidente. Un caro saluto da chi ha fatto tanta esperienza sul campo ed aveva già capito da un pezzo l'involuzione politica dell'ideologia europeista.

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  2. Ti ricordo soltanto che Giuseppe Petrilli era l'ex presidente dell'IRI e, quindi, uno tra gli uomini più potenti d'Italia.

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  3. Devi cercare di abbassare il volume della musica dei tuoi post video quando li registri. A volte coprono le tue parole...

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