Prima delle passate
elezioni comunali si diceva che il Comune di Roma era quell’” Amo” che il Pd
avrebbe lanciato al M5S per farlo cadere nel tranello degli scandali e del
malaffare. Diversi esponenti dei partiti parlarono di quest’eventualità sapendo
bene ciò che il Comune di Roma e la sua difficile gestione rappresentavano nel
panorama istituzionale italiano. Con i
suoi 13 miliardi di euro di debito, le municipalizzate in mano alle clientele
politiche del PD e della destra, le infiltrazioni criminali, gli sprechi e soprattutto il conseguente e crescente degrado di cui soffre la città, il M5S
aveva, e ha, davanti a sé la montagna da appiattire. Un compito che richiede
delle grandi competenze, una grande determinazione degli attori politici in
gioco e soprattutto, direi, una grande coesione tra quest’ultimi. Ora, nonostante sappiamo bene che i miracoli
non si possono pretendere in pochi mesi da una squadra, le ultime vicende delle
dimissioni che hanno investito il Comune di Roma, ci fanno un po’ riflettere e preoccupare sul futuro della nostra
città: un capo di gabinetto, i tre manager che guidano Atac e Ama (le due
municipalizzate più disastrate d'Italia) e soprattutto un super-assessore al
Bilancio, che come si diceva era il “fiore all'occhiello di questa giunta” quale
Marcello Minen. Si direbbe ironicamente
che questo fior all’occhiello si è rivelato una spina al fianco! Le lacrime
della Sindaca Raggi sono ben significative.
Qualcuno dall’altra parte della barricata, parla di fatti più gravi :È
in corso, si dice , una specie di faida all’interno del M5S: da una
parte c'è la sindaca e i suoi fedelissimi, sempre più chiusi dentro “ il cosiddetto circolo magico", dall'altra ci sono "gli altri": delusi e illusi",
sempre più esclusi e scontenti. Ovviamente queste voci sono in sintonia con
quella strategia dell”Amo” teso da chi vuole che il palcoscenico romano diventi
la rovina politica del M5S. Grillo ne è ben consapevole e il suo silenzio e la
mancanza di dichiarazioni che mettano luce sull’intera vicenda rappresentano un
segnale politico delle difficoltà che attraversa il Movimento in questo
momento. E’ innegabile che vi siano
degli attriti in seno alla classe dirigente capitolina; è altrettanto
innegabile che la Sindaca Raggi ha la grande responsabilità di scegliere degli
Assessori e capi Gabinetto competenti e capaci e soprattutto di rispondere alle
attese di coloro che l’hanno votata. L’immagine, ahimè, che ci viene presentata
è tutt’altro che rassicurante. Noi che abbiamo votato la Raggi, vogliamo ancora
credere nel sogno di una città risanata e prospera, ripulita dalle criminalità
e dalla piovra dei partiti. Quel “ Amo” teso al M5S non riuscirà mai a scalfire
o a far venir meno questo sogno di una Capitale rinata e di un’Italia risorta
tra le grandi nazioni del Mediterraneo.
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