J’Accuse del 15/06/2017 sullo ius soli, tra strumentalizzazioni politiche e Civiltà giuridica

Quel che rende una nazione grande!
Non è la sua purezza razziale
E men che meno la sua grandezza nazionale
Ma quando il suo splendore s’espande…

Se un paese piccolo praticherà l’uguaglianza
Esso potrebbe crescere  all’infinito…
E d’ogni nemico di lui sarà intimorito
Com’è bello regalare la speranza!

Com’è bello donare la patria…
Ad ogni suo figlio assettato
D’amore al paese tanto amato
Amore alla nuova patria





Credo che nessuno uomo con un cuore possa considerare dei bambini nati, cresciuti e acculturati in un determinato paese, non figli naturali di quel paese ma dei cittadini di serie B, da considerare stranieri per via del colore della loro pelle, del loro credo diverso da quello professato, o ancor peggio della loro sfortunata estrazione sociale.  I padri costituenti della legge fondamentale dello Stato italiano erano ben consapevoli dell’importanza del principio d’uguaglianza nella costruzione e nella gestione di una società fondata sul rispetto dei diritti umani, sulle libertà e soprattutto su quel sacrosanto principio dell’uguaglianza degli uomini. Conferire la cittadinanza a chi è nato, cresciuto e frequentato le scuole italiane non è solo un atto di grande umanità in quanto un sano e saggio legislatore non può non considerarlo come figlio naturale di quel paese, conferendogli gli stessi diritti e doveri dei cittadini di quel paese, ma è un atto di grande civiltà giuridica. Questo tema così caro ai democratici e così poco amato dalle destre d’ogni tempo e matrice, è riemerso ieri e oggi in occasione al dibattito in atto nel parlamento italiano ai fini dell’approvazione della legge che conferisce lo Ius soli. Abbiamo assistito e assistiamo allo spettacolo vergognoso di forze politiche che offendono bambini, uomini e donne che vivono in questo paese da anni e che si considerano figli di questa nazione. I Salvini, e le destre urlano alla “sostituzione etnica degli italiani!”. Poveri italiani! Gli risponderei. Gli italiani, cari "onorevoli" non hanno bisogno delle vostre urla, delle vostre strumentalizzazioni politiche  contro questo tema di grande civiltà umana e giuridica ma di soluzioni concrete ai loro problemi. Vi lascio la battuta di Begnini nel Film “ La vita è bella”:, diretto da lui medesimo. Egli urlò e salì sul tavolo dicendo: chi è italico qui e chi non lo è?.Da che che cosa deriva l'appartenenza alla razza italica? Dai muscoli e dall'intelligenza?  Vi lascio rispondere. Ma soprattutto, quando al no delle destre ssi aggiunge anche quello dei Grillini, davvero siamo alla frutta.

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