J’Accuse del 6/04/2018 i due opposti populismi- Dialogo tra Di Maio e Salvini


J’Accuse del 6/04/2018 i due opposti populismi- Dialogo tra Di Maio e Salvini



Nessun verso di poesia
alla decadente democrazia!
italiani, italiani
ogni popolo si agita...
davanti alla volontà tradita
e una democrazia non più nelle sue mani



n questo clima d’incertezza postelettorale sta maturando un probabile scenario che vedrà leghisti e grillini al timone del paese. I due partiti si erano scambiate da sempre parole di fuoco e accuse. La lega non è un partito nuovo come lo sono i cinque stelle, ma aveva condiviso nei decenni precedenti responsabilità di governo e politiche economiche e sociali varate dal Centro Destra berlusconiano. Oggi, con Salvini a capo della rinata Lega, non più Nord, ma nazionale, si sta cercando di fare amnesia del passato addossando le colpe ai fantasmi che hanno governato il paese finora. D’altro canto abbiamo i novellini dei cinque stelle; sebbene quest’ultimi siano un soggetto politico nuovo nel panorama politico italiano, senza trascorsi né compromissioni a livello del governo nazionale, essi godono di una posizione contrattuale notevole, ma sempre insufficiente per formare da soli un governo nazionale. Di Maio lo sa molto bene ed è per questo che sin dal giorno dopo le elezioni politiche va ripetendo: “attendiamo che gli altri si decidano a stringere un patto di governo con noi!”. A distanza di un mese da quel fatidico 4 marzo, la parola patto, ha lasciato il posto a quella di contratto. IL Capo del M5S, nella dichiarazione rilasciata alla stampa dopo le consultazioni col Capo di Stato al Quirinale, cita testualmente l’esempio tedesco, ossia il contratto raggiunto tra socialdemocratici e democristiani. Egli propone qualcosa di simile o tra M5S e Lega o tra M5S e partito democratico. Ora che il paese abbia bisogno al più presto di un governo è una cosa molto comprensibile, ma non al costo di snaturare la democrazia parlamentare. Mettere assieme forze opposte per il bene del paese è una formula molto comoda, ma è un compromesso molto discutibile. In questo contesto si sviluppa un dialogo molto acceso e appassionato tra Di maio e Salvini

Di Maio: ciao Matteo

Salvini: viva la Lega, diventerai anche tu leghsita Luigi!

Di Maio: sono il figlio prediletto di Grillo, altro che leghista, caro Matteo…siamo il primo partito.

Salvini: temporaneamente Luigi, la Lega crescerà sempre di più. Avremo persino un mare nostrum leghista…Ti ricordi?

Di Maio: lo diceva il Duce! Ma che vuoi fare come lui?

Salvini: in Italia ci vogliono mille Duci, con questi profughi e migranti che delinquono impunemente nel paese e quest’Europa che ha soggiogato l’Italia e ridotta alla fame.

Di Maio: io al meno sono diventato europeista dell’ultima ora; l’ho detto ieri al Presidente Mattarella. “ Non possiamo fare a meno dell’Unione europea e men che meno della Nato.)

Salvini: io invece voglio aprire alla Russia di Putin. Niente sanzioni e in più valutiamo l’idea d’entrare in partnership con Mosca.

Di Maio: Attento Matteo! Gli americani ti faranno fare la fine che fece l’altro Mattei con le 7 Sorelle! Non sfidarli.

Salvini: e allora che facciamo? Dimmelo…

Di Maio: io faccio il premier del reddito di cittadinanza e tu fai il Ministro dell’Interno. Vuoi sistemare i migranti? E allora? Te lo faccio fare.

Salvini: che scherzi e la Flat Tax? Gli immigrati li vorrei sistemare, ma come dico io. Davvero! E Berlusconi? Che cosa gli dico. I padani si ribelleranno…

Di Maio: quello! Lascialo perdere. E’ già scaduto, finito politicamente.

Salvini: ci penserò, ci penserò…

In questo contesto si sviluppa l’idea di un governo dei due populismi. Sarà realtà? Ce lo diranno i prossimi giorni.

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