J’Accsue del 19/07/2019 sulla Commedia dell’arte del governo gialloverde- Puntata I


J’Accsue del 19/07/2019 sulla Commedia dell’arte del governo gialloverde- Puntata I

 




Abbiamo visto di tutti i colori e d tutte le salse le passate vicende dei governi Berluconi, Renzi e Gentiloni e le abbiamo commentate oggettivamente e severamente, ben consapevoli delle derive nefaste a cui avrebbero portato il paese, la sua fragile finanza e la sua immagine internazionale. Oggigiorno noi assistiamo a qualcosa di non solo ancor più ridicolo e grottesco ma di ancor più grave sul piano economico, politico ed etico. Ogni giorno assistiamo increduli ad un episodio diverso che corrobora le già citate diversità ideologiche, politiche tra le due parti contraenti di questa Commedia dell'Arte. Quello che si desume con rammarico e desolazione è che il governo nazionale è concepito come una piattaforma per soddisfare gli interessi di ciascuna parte e spesso questi stessi interessi sono confliggenti tra di loro e in definitiva con quelli del paese. Se andiamo ad analizzare quello che si è combinato in seno al parlamento europeo, in occasione del voto di quest’ultimo sulla nomina del Presidente della Commissione europea,  ci troviamo davanti alle più scandalose e scoppiettanti contraddizioni di questo governo: da una parte la Lega vota contro mantenendo la sua linea antieuropeista e nazionalista, dall’altra il M5S di cui il presidente del Consiglio Conte si fa il portavoce, vota a favore dopo una trattativa che ha visto la sospensione della procedura di infrazione varata dalla Commissione europea circa il mancato rispetto delle regole sui conti pubblici da parte di Roma, nonché la concessione di un dicastero economico in seno alla medesima Commissione al governo italiano. Insomma come direbbero i francesi: les affiares sont les affiares!. Però in questa vicenda così contraddittoria e così simbolica del momento se andiamo ancora ad indagare a fondo sui personaggi e gli stati d’animo, un connotato inquietante li accumuna: è ben diffuso un tragico sentire del voler affondare il paese nel precipizio pur di mantenere il potere acquisito. C’è inoltre un chiaro stato d’animo di smarrimento davanti ai problemi colossali davanti al paese dal problema della crescita economica che non accenna a decollare, a quello della disoccupazione giovanile, al problema delle criminalità organizzate che viene trattato solo con i proclami e la propaganda a quello ancor più spinoso dell’esodo dei profughi e ela politica estera italiana nel Mediterraneo e nel nord-Africa che è stata ben connotata da fallimenti e arretramenti in quest’ultimi anni. Insomma “les affaires vont mal!”, direbbero ancora i personaggi di questo bizzarro e scoppiettante dramma. La verità è che i nostri opposti protagonisti del governo si odiano più di quanto si amano. L’amor proprio e dei propri privilegi accumulati prevale senza ombra di dubbio su quello della Comunità nazionale. All’ultimo momento, si attende la telefonata o la dichiarazione liberatoria per affrancare questi poveretti dall’idea di mollare le loro postazioni. E poi, puntualmente la Commedia dell’Arte gialloverde si ripete sempre: andiamo in avanti, niente elezioni anticipate, nonostante tutte le palesi contraddizioni.


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