J’accuse del 25 agosto 2022 sulla visita del Ministro Di Maio in Ucraina. La mediazione mancata con la Russia!

 J’accuse del 25 agosto 2022 sulla visita del Ministro Di Maio in Ucraina. La mediazione mancata con la Russia!

 

Se il nostro ministro Di Maio avesse una visione lungimirante avrebbe sin dall’inizio orientato la nostra politica estera verso una posizione di neutralità o per lo meno di mediazione, dato che quel conflitto tra russi e ucraini non riguardava direttamente il nostro paese ma era e rimane un conflitto finalizzato ad accerchiare la Russia e ad isolarla dal resto del Mondo. Purtroppo c’è da dire altro che la mancata autorevolezza e indipendenza dei nostri politici e la loro subalternità agli schemi e ai poteri forti pone un problema di fondo circa l’esercizio della nostra sovranità nazionale. In altre parole, siamo sì vincolati ai trattati e alle alleanze che ne discendono, ma dobbiamo valutare con equilibrio e lungimiranza la giustezza e la convenienza insita nelle azioni che conseguono verso il nostro paese e la sua gente. Nessun politico nazionale oggi può tirarsi indietro qualora la guerra in ucraina con tutto quello che comporta sul piano economico come rincari e chiusure delle aziende, diventasse insostenibile. E purtroppo con il crescente aumento del prezzo del gas, si teme che ben presto le conseguenze saranno gravi e probabilmente insostenibili. Se gli stipendi e i salari degli italiani rimangono uguali a fronte a tali aumenti, siamo di fronte una grande responsabilità di coloro che hanno fatto scelte, e continuano ostinatamente a sostenere la loro validità e unicità, di fronte alle tragedie e drammi che si preannunciano per il prossimo autunno. In questo contesto, la ristrettezza delle vedute e delle scelte della nostra politica estera è ben evidente. Si sarebbe auspicato un ruolo e una capacità del nostro paese totalmente diversi da quelli scelti da questo governo. Credo che non esiste un male peggiore di quello di perseguitare ad errare su una strada deleteria e controproducente come quella dell’isolamento della Russia e della costruzione della muraglia atlantica per isolarla. I destini delle nazioni non sono nelle mani di una manciata di potentati che si credono invincibili, ma in quelli dei loro popoli. Finché i popoli non si sollevino e reclamino la loro indipendenza, noi avremo questa commedia dell’arte: guerre a nome di cupole oscure e tragedie a non finire.


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