J’accuse di Venerdì 5 agosto 2022 sulla figura del “traditore” nell’odierno contesto elettorale. Il caos che rimarrà.

 
J’accuse di Venerdì 5 agosto 2022 sulla figura del “traditore” nell’odierno contesto elettorale


Riflettendo a fondo sull’attuale contesto politico italiano ci viene da pensare che tutto si sta facendo meno che quello che si è sempre richiesto da parte degli italiani: ridare lustro e stabilità alle istituzioni repubblicane a partire dal parlamento nazionale. Ora le elezioni politiche che si terranno il 25 settembre 2022 giungono, in un momento cruciale nella storia del paese, ma senza i presupposti necessari per attuare le riforme sociali, economiche e politiche richieste. Se noi andiamo a vedere la legge elettorale con la quale si andrà a votare, nonché i soggetti politici in competizione tra di loro, ci rendiamo subito conto che lo scenario politico non sarà affatto dissimile dalla legislatura precedente: sarà caratterizzato dalla frammentarietà e dall’instabilità e soprattutto non sarà assolutamente in grado com’è già avvenuto a dare al paese una maggioranza chiara e stabile. E allora perché andremo a votare se nulla cambierà in questo paese?

Il problema centrale del paese Italia sono le sue classi dirigenti: abbiamo una partitocrazia parassita e composta da caste e da dirigenti che si tramandano il potere di generazione in generazione, occupando di fatto i posti chiave delle istituzioni e impedendo così la partecipazione e il ricambio del personale politico. Questo lo vediamo sia nei partiti classici della cosiddetta destra italiana sia in quello che oggi viene chiamato il partito democratico in Italia. Attorno a questi due principali partiti ci sono quelli che hanno una conduzione personalistica come Forza Italia, o accentrata e dirigistica come la Lega Nazionale, nata come Movimento, alla stregua del M5S, ma finita nel marasma del caos in oggetto, e infine vi sono una miriade di partiti minori che alla fine oltre a non contare sul piano politico, rappresentano per quelli principali le consuete stampelle per la costituzione di maggioranze fittizie e instabili. In uno scenario politico così caratterizzato a livello politico e istituzionale e così restio verso il cambiamento e la formazione di nuovi soggetti politici innovatori: basti pensare che per la costituzione di una lista che concorri in tutti i collegi elettorali (o quasi) occorra presentare una lista di 36mila 750 di cittadini firmatari per la Camera e 19mila 500 per il Senato. Una missione proibitiva o quasi impossibile per chi si oppone all’attuale partitocrazia. Praticamente, nessuno può entrare nelle istituzioni senza l’avallo di chi c’era già, anche in presenza di regole democratiche e egualitarie. E questo la dice lunga sulla disaffezione verso la politica che connota chi è sfiduciato verso le istituzioni e chi non si reca a votare e questo partito è maggioritario in questo paese. Questa stessa disaffezione è incentivata dalle disattese promesse di cambiamento e di partecipazione: lo stesso M5S, logorato, incoerente, scisso e diviso non è riuscito a continuare la sua battaglia contro la partitocrazia con la quale è stato costretto a governare e a dissolversi: la figura di Di Maio rimane simbolica per quanto riguarda questo fallimento. L’aver tradito e rinnegato gli stessi valori e la stessa gente che gli aveva dato l’opportunità e la fiducia per stare al governo del paese. Vorrei fargli una domanda che i grillini facevano un tempo contro chi stava al governo incolato alle poltrone del potere: vogliamo oggi sapere quanto Di Maio ha guadagnato da quando è stato eletto e incaricato di dirigere e rappresentare il M5S? Peccato che sia finita così. I sogni sono andati in frantumi con la democrazia e la partecipazione dei cittadini alla vita politica. Quanto a Berlusconi, Meloni e Salvini, vorrei farli una domanda sola: che nuovo rappresentate per il paese? Intendo dire quali sono le vostre idealità e quale esempio date, se vi ostinate voi con il vecchio che rappresentate, a questi giovani italiani in cerca di un avvenire migliore e a questa stessa società stufa e rassegnata alle vostre prevaricazioni e morsure?

Siamo dell’idea grniale ma realistica che occorre fondare il partito che non c’è vale a dire quello che la rappresenta la maggioranza degli italiani che non credono più alle vostre fandonie e a tutto un sistema costruito, in ultima analisi e in conclusione sulla figura del pastore e delle pecore. Un modello indubbiamente superato dai tempi, ma tuttora vigente. E’ una grande commedia dell’arte dove la figura del traditore è il denominatore comune che connota tutti i suoi squalidi e scoppiettanti personaggi. 


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