J’Accuse del 15 marzo la sconfitta elettorale in Abbruzzo tra continuità del Berlusconismo e frammentarietà e incoerenza del campo largo, cosiddetto Centrosinistra

 

J’Accuse del 15 marzo la sconfitta elettorale in Abbruzzo tra continuità del Berlusconismo e frammentarietà e incoerenza del campo largo, cosiddetto Centrosinistra

 

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Avremmo voluto che gli abruzzesi dessero una scossa alle velleità politiche del governo Meloni, mandando il governatore Marsiglio, amico di Lei, a casa; invece sono stati loro a dare la scossa al paese, riconfermando un candidato non abruzzese e nemmeno figlio di quella cultura plurisecolare di un popolo estraneo al populismo e al neofascismo che connotano l’attuale compagine governativa italiana. Che cosa hanno in comune loro con Salvini e Meloni? Certo la colpa è anche della coalizione eterogenea messa in campo a favore del Candidato D’Amico a cui manca non solo quelle progettualità comuni e direi una visione comune dei problemi interni e internazionali, ma anche quella passione politica che avrebbe dovuto in qualche modo risvegliare l’interesse degli abruzzesi verso la politica e la partecipazione alle elezioni. Abbiamo visto come il tasso dell’Astensionismo fosse rimasto alto: un segno che la gente rimane sfiduciata da chi aveva sempre non solo non mantenuto le promesse fatte, ma anche preso in giro per decenni il popolo. Una questione, tuttavia spicca in maniera allarmante: ve lo ricordate Berlusconi che diceva non mettere mai le mani nelle tasche degli italiani, promettendo il milione dei posti di lavoro per vincere le elezioni ecc; ora la sua allieva Meloni e suoi ministri hanno aumentato la dose durante la campagna elettorale abruzzese, promettendo strade, fabbriche e ponti, a spese dei contribuenti italiani. Ricordiamoci le visite elettorali dei suoi dodici ministri e lo slogan Meloniano antistato: "le tasse non sono belle e rappresentano per il piccolo contribuente un “pizzo”. 

Insomma, rimaniamo sempre, volente o nolente, alla deriva di chi governa irresponsabilmente questo paese per fini ideologici e interessi personali legati a revanchismi antichi e superati dal tempo. Oggi urge più che mai costruire l’alternativa alle destre neofascisti. La lezione della sconfitta in Abruzzo va usata per non ripetere gli errori politici commessi. Ricordiamoci che la frammentarietà delle forze anti destra serve la destra. Lo specchio attuale rappresentato dal PD e il M5S è la base per voltare pagina e iniziare una nuova fase di progettualità politica comune che riavvicini il popolo nuovamente alla partecipazione politica fattiva.  Se abbiamo perso l’Aquila ieri, domani conquisteremo i cieli che l’hanno vista fuggire da noi. Essa ci tornerà ancor più innamorata…


Commenti

  1. Prendi con le pinze l'opinione di chi, come me, assiste ai giochi della politica con una certa "distrazione" (al confine con l'indifferenza), annoiato da questo ennesimo e scadente Cirque Du Soleil capace di offrire da decenni il solito, singolo, decadente spettacolo... Passerelle elettorali, finte divergenze ideologiche travestite da "alternative", cori di "ecco il grande cambiamento" alla minima e circoscritta vittoria locale ottenuta con un distacco di tre voti... Carrozzone.

    Ma non sarà che, nel caso delle elezioni in Abruzzo, il campo fosse "un po' troppo" largo? Voglio dire, se chiedi a me... votare un candidato che dietro ha Conte, Calenda e Renzi è quasi peggio dell'astensione 😅

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  2. Hai ragione. Il campo largo è stato ed è un errore politico sostanziale. Mettere assieme Calenda, Renzi, Conte e Elly, che non ha mai condannato in maniera inequivocabile il genocidio del popolo palestinese, tra l'altro è disperazione politica, un'ammucchiata che svaluta e discredita i suoi autori. Bisogna invece lavorare sulla progettualità politica e sull'aggregazione dei giovani alla politica: in poche parole dare il via ad una rivoluzione culturale che renda la politica per cittadini e al servizio dei cittadini.

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