J’accuse del 13/12/2015 sulla commedia dell’arte del partito democratico- Parte III - La bandiera è nel cuore…
Se esistesse un aggettivo per definire il personaggio
spudorato e avventuriero di questa esilarante commedia, il primo che mi viene
in mente è il miracolato. Sì, abbiamo un governo miracolato, un presidente del
Consiglio miracolato e sapete bene il perché, ovviamente: un governo sostenuto
da un parlamento dichiarato dalla Corte Costituzionale come incostituzionale,
da maggioranze trasformiste e lontane dalla realtà del paese e da programmi di
governo scritti nelle stanze del potere,
proprio quelle stanze dove vengono intessuti i fili i personaggi della nostra
perenne commedia dell’arte. Ora l’odierno numero riguarda non a caso l’ennesima
Leopolda, organizzata dal miracolato. Qualcuno l’ha perfino definita come
quell’evento straordinario che fa incontrare i dirigenti del paese con le
diverse componenti sociali, politiche ed economiche della società civile
italiana. Insomma, un palcoscenico simbolico dove si recitano i ruoli, le
chimere e i nuovi ritornelli del Teatro leopoldiano. Se si vuole davvero la
salvezza del paese, allora perché le tragedie del nostro paese continuano a
crescere in senso esponenziale. L’ultimo drammatico episodio riguarda, ahimè,
la vicenda del fallimento della banca Etruria e ad altre ancora. Come sappiamo
già, il governo è intervenuto per salvare quest’ultime. Ma solo grazie al
supremo sacrificio di quel pensionato di Civitavecchia, il governo nazionale si
è impegnato per bocca del suo ministro delle Finanze ad esaminare caso per caso
e a risarcire parzialmente i poveri, ignari ed illusi investitori!
Questo pone l’accento un’altra ancora sull’immoralità
dell’economia finanziaria, ossia del lucro che non presuppone alla sua base un
lavoro materiale. Insomma potete immaginare le recite dei banchieri alla
Leopolda tra le proteste della gente truffata e le smorfie dei personaggi
coinvolti.
A Roma, la cosiddetta minoranza PD si è riunita al teatro
Vittoria! Come se la sua perenne incapacità e insoddisfazione fossero state
dissolte in un frangente in questo teatro che è diventato in quest’occasione,
quel muro del pianto sugli ideali e su quella bandiera che il miracolato Renzi
ne vuole cambiare i colori e il nome. La bandiera in un gran teatro non ha
senso d’esistere. Contano difatti i personaggi, le loro storie e le loro
ambizioni. Ma è il paese Italia ad apprezzare o no le commedie. L’arte di una
commedia è direttamente proporzionale alla misura della bellezza e della
passione che essa incarna. Le Commedie che incarnano le truffe e le illusioni
sono destinate a scomparire, prima o poi.
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