J'Accuse del 7 /08/2020 sull'esplosione al porto di Beirut

 

J'Accuse del 7 /08/2020 sull'esplosione al porto di Beirut


La prima domanda che balena in mente quando si pensa "all'atomica deflagrazione" di Beirut è la seguente; Attentato o incidente? Certo, tutti sembrano lavarsi le mani e dichiarare la propria estraneità davanti alla tragedia che ha distrutto la capitale libanese. Sembra che la causa sia stata dovuta ad un deposito del porto della città dove erano conservate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, un composto chimico usato come fertilizzante ma anche per produrre esplosivi. Ma tale sostanza depositata 7 anni fa dopo un sequestro avvenuto ai danni di un mercantile di proprietà russa ha bisogno d'innesco, ovverosia di una miccia che la deflagrasse. E' chiaro che il mistero rimane e che le indagini in corso devono stabilire l'origine colposa o dolosa dell'esplosione. E' altrettanto evidente che il Libano sia diventato, da un pò di tempo, il nuovo teatro di scontro delle potenze regionali e internazionali che si contendono l'egemonia e la leadership regionali nei paesi della regione medio-orientale. Ma l'ipotesi più verosimile è che alcuni servizi di paesi confinanti sapevano già, e di certo, della presenza del Nitrato di ammonio nel porto di Beirut e l'abbiano utilizzato, al momento opportuno, conoscendo la sua estrema pericolosità, per fare i conti con i Hizbollah, alleati di Tehran e di Damasco e veri protagonisti politici e militari nel paese del cedro. Ora tocca però a ristabilire e a ricostruire gli eventi a partire dai dati rinvenuto sulla scena dell'orribile delitto al fin di giungere alla verità. Beirut rimane martirizzata e oggetto di un disegno tanto diabolico quanto disumano e fascista. 


 

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