J’accuse del 17/12/2021 sulla missione storica e cruciale del sindacato politico nella difesa dei diritti dei lavoratori nell’era dell’arbitrio del capitalismo finanziario

 

J’accuse del 17/12/2021 sulla missione storica e cruciale del sindacato politico nella difesa dei diritti dei lavoratori nell’era dell’arbitrio del capitalismo finanziario


 

«gli uomini partecipano ai grandi movimenti sociali e si figurano le loro future azioni come immagini di battaglie, per assicurare il trionfo della causa. Importa assai poco sapere quali particolari, contenuti nei miti, siano destinati ad apparire realmente sul piano della storia futura; si può anche concludere che niente di quanto contengono si produce" George Sorel. 


Attingendo dal film intitolato: l'ultimo dei Mohicani del 1992 diretto da Michael Mann , basato sull’omonimo romanzo di James Fenimore Cooper del 1826. Landini compare, nella sua nuova veste di difensore dei diritti dei lavoratori, come l’ultimo dei Mohicani del sindacalismo antagonista. Egli rilancia il sindacato nelle piazze dopo anni d’immobilismo e di subalternità al potere politico. E’ un Landini sorprendente quando si scontra i più autorevoli commentatori e tecnici del governo che parlano “loro” di una riforma dell’Irpef “equilibrata e favorevole ai ceti più deboli della società”. Non è così ovviamente e ognuno deve fare il suo mestiere. Il governo, composto dalla sua armata brancaleone, di opportunisti e incolati alle poltrone cerca di incassare i consensi, grazie alla disinformazione e alla confusione generale alimentata dal perdurare della pandemia. Molte sono le richieste del sindacato antagonista che è diventato l’ultima frontiera a quel processo di svuotamento direi dei “diritti e della dignità ai lavoratori”, in assenza di forze politiche in grado di riprendersi queste grandi battaglie. Abbiamo visto come accennato nel mio J’accuse scritto sul trasformismo come il M5S abbia rappresentato e rappresenta tuttora quel “pendolino politico de-idealizzato” che pur di rimanere in sella al potere, aveva accettato di governare con forze eterogenee e come questo fenomeno abbia in qualche modo infettato anche gli altri schieramenti politici, in un’era connotata dal populismo e svuotata dagli ideali e dalle grandi lotte politiche e sindacali. Il ritorno agli ideali e alle rivendicazioni promosso dalla Cigl e Uil con le richieste di maggiori riforme e interventi che attenuino le disuguaglianze e soprattutto la precarietà del lavoro, nei diversi ambiti investiti dalla crisi, è un segno positivo che si augura permanga a lungo. Dalle ceneri del sindacato servile e rassegnato rinasce il sindacato antagonista e difensore dei diritti ed è questo ovviamente l’augurio che le masse operaie addormentate dalle crisi e dalla disinformazione, oggi ritornino a farsi sentire con maggiore sensibilità.

 


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