J’Accuse del venerdì 2 settembre 2022 sulle difficoltà dell’occidente conseguenti alla guerra in Ucraina e alle sanzioni contro la Russia- Tra Populismo e disfattismo. Lettera a Hilary Clinton

J’Accuse del venerdì 2 settembre 2022 sulle difficoltà dell’occidente conseguenti alla guerra in Ucraina e alle sanzioni contro la Russia
Oggi sfogliando un giornale italiano, leggo su un articolo l’invito della Hillary Clinton a non cedere davanti ai populismi per non mettere a repentaglio la democrazia conquistata con il sangue e le lacrime delle passate generazioni. Sono parole belle ma vuote di senso. Se ci ricordiamo bene, il problema con la Russia è venuto fuori con i presidenti democratici americani e non si è mai tentato, che io lo ricordi, di trovare un new deal con tale paese. La stessa sconfitta di Hillary Clinton nelle elezioni presidenziali americani del 2016 contro il candidato repubblicano Trump, è stata in qualche modo attribuita all’intrusione e alle ingerenze del Cremlino con i fake news e la stessa pubblicazione degli e-mail della Hillary. Caso già acclarato e indagato dalla magistratura americana: non ci sono prove sufficienti e per lo meno collegamenti diretti tra Trump e la Russia. Ma torniamo ai propositi della Hillary sui giornale italiano. Che la nostra gente, il nostro popolo abbia a cuore la sua libertà e democrazia, non vi è alcun dubbio di ciò, cara signora. Il problema vero lo sa qual è Madame Hillary? La risposta è semplice. La gente non vuole più essere considerata come delle pecore da guidare dal pastore di turno incaricato da tale o tale potere occulto o meno. Davanti ai rincari e all’ansia procurata da questa guerra in Ucraina e alle sue crescenti e gravi incidenze sulla nostra economia, sulle nostre società e sullo stesso nostro futuro, la gente non sa più a chi dare la testa. Che il suo presidente abbia scelto la strada dello scontro frontale con la Russia, e guarda è il continuatore delle sue politiche, questa è una decisione che incide sui nostri destini e sulla stessa nostra democrazia. Con la Russia cara Hillary, non ci voleva il genio politico o la baghetta magica per indovinarlo, occorreva intavolare dei negoziati seri e costruttivi per evitarci tutto questo dramma. Questo negoziato doveva avere la priorità nelle agende dei diversi presidenti americani affinché fossero risparmiate all’Europa ulteriori scontri e guerre. Invece dopo la caduta del Muro di Berlino, le politiche intraprese non furono sufficienti e sovente controproducenti. Se ci troviamo oggi a questo punto dello scontro e dell’involuzione democratica in Europa è perché ci sono certamente delle cause e delle manchevolezze che prima o poi bisogna riconoscere. Si vede già oggigiorno a distanza di alcuni mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina, le grandi difficoltà che stiamo affrontando. E questi difficoltà sono crescenti e non si sa fino a che punto noi possiamo tollerarle. A che cosa servono le parole e lo stesso raziocinio degli uomini, quando essi stessi non sono in grado di dare una svolta ai loro destini? Che il populismo lo sia, non vi è alcun dubbio che sarà una deriva, ma la più grande deriva è quella che nega le ragioni dell’altro e l’ostinazione a non riconsiderare la realtà. Viviamo oggi di sole menzogne. Persino la democrazia quando è impostata in questa maniera diventa essa stessa una pseudo democrazia. Si ricordi che prima di considerarsi democratici, bisogna accertarsi che tutti abbiano una voce e dei diritti da rispettare. Nel mondo oggi vediamo tante ingiustizie e guai a pensare che fosse questa la più alta democrazia. La strada della guerra è sbagliata e ci voleva il mio J’accuse e la mia voce per dirglielo. Sia lei una buona consigliera al suo presidente Biden e Le dica di farla finita con questa guerra che non porterà bene a nessuno.

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