J’Accuse del venerd’ 13 gennaio sulla guerra ad oltranza in relazione alla guerra in Ucraina e la sconfitta della ragione

 

J’Accuse del venerd’ 13 gennaio sulla guerra ad oltranza e la sconfitta della ragione

 



Qualcuno ha detto giustamente che questo sarà un secolo dove l’umanità avrebbe imparato dal passato che le guerre sono inutili e dannose, perché producono tante miserie, sofferenze e lutti e soprattutto lasciano delle fratture insanabili come quella a cui siamo assistendo tra russi e ucraini. La verità, cari amici è la prima vittima a cadere e puntualmente i nostri strateghi, quegli intelligentoni con le stellette sulle spalle e le medaglie sul petto, hanno trovato subito le loro di argomentazioni, per giustificare la linea della guerra ad oltranza. Ma la responsabilità incombe soprattutto anche su chi è stato eletto nelle democrazie occidentali e s'ostina a portare questa responsabilità come un fardello pieno d’incognite e di rischi. Questa responsabilità dell’abbandono della ragione e del dialogo è un fatto quasi criminale quando si mette deliberatamente a repentaglio la nostra stessa sicurezza e la nostra stessa esistenza, anche nel caso in cui scoppiasse un conflitto nucleare. Tutto questo per la grande causa “difesa dei nostri valori”; così statisti e politicanti di mezz’Europa, scrupolosi o meno, vanno dicendo per non intaccare la linea della guerra ad oltranza. In questo squallido contesto a dir poco, ipocrita e privo di dialettica e verità, si continua a combattere e morire in Donbass. I russi sembrano rafforzare in questo momento i loro ranghi con vittorie insignificanti ma molto importanti sul piano simbolico. La caduta della strategica città di Soledar ci dice che la strategia dell’invio delle armi, dell’assistenza tecnica e in definitiva della guerra ad oltranza contro Mosca è persa. Come un solo paese riesce a resistere a tutto il mondo occidentale? Non é per caso che la ragione abbia deciso di cambiare campo? O le bugie che hanno narcotizzato l’opinione pubblica occidentale sembra, pian piano, che abbiano perso il loro effetto narcotizzante su quest’ultima? Prima o poi si ritornerà alla realtà e alla lucidità. Quel che non tornano sono le anomalie e gli eccessi di una leadership che si professa democratica allorché tutte le decisioni prese sono state a livello dittatoriale. Se una sola breccia s’aprisse in questa linea, probabilmente si tornerebbe a sé stessi, a quella democrazia dialettica e ragionevole e soprattutto a quella tradizione d’autonomie e d’autorevolezza, oramai defunta in quest’era miserevole e tirannica. Ad ogni cosa il suo tempo.

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