J’Accuse del 10/10/2023 sull’attacco a Gaza, la Muraglia degli illusi o l’effimera illusione della muraglia

J’Accuse del 10/10/2023 sull’attacco a Gaza, la Muraglia degli illusi o l’effimera illusione della muraglia

 



J’Accuse del 10/10/2023 sull’attacco a Gaza, la Muraglia degli illusi o l’effimera illusione della muraglia

 

L’orrore chiama l’orrore. L’odio genera l’odio. Il sangue chiama il sangue nella storia infinita che oppone arabi allo stato ebraico e ai suoi sostenitori occidentali, a partire dalla Casa Bianca. Ma seguitemi bene per un attimo, tralasciatevi sulla scia del mio ragionamento semplice ma inconfutabile: non rimanda questa vicenda del 7 ottobre 2023 che ha visto beffata la muraglia eretta dagli Israeliani per proteggersi contro gli attacchi palestinesi, a quella dei Troiani d’un tempo. Un cavallo di legno per gli uni e un delta piano, ovvero direi un Pegaso volante, per gli altri e la beffa è fatta. L’illusione della fine di quel concetto di sicurezza costruito sulla muraglia della vergogna e sull’Iron Dome, Cuppola di ferro, giunse il 7 ottobre 2023 come una doccia fredda a tutti i responsabili israeliani: politici israeliani,  strateghi,  generali, tutti con la sensazione amara che si tratta di una Pearl Harbor israeliana. La verità, tuttavia, è che la vera sicurezza di uno stato non si costruisce sull’erezione delle muraglie o la costruzione di scudi antimissilistici  ma su ben altro. Il famoso detto: “se non dai a cesare quello chi è di Cesare e a Dio quello che è suo”, alla fine ti ritrovi circondato, e direi per rendere l’idea dell’assedio che vivono entrambi i protagonisti, assediato da gente che rivendica ciò che li spetta: nemici, disperati e terroristi, si possono chiamare con qualunque aggettivo di comodo come la schierata e poco obiettiva stampa occidentale li chiama, per assecondare i suoi facoltosi padroni ebrei. La verità è amara ma è questa e s’impone davanti a noi con la violenza delle rivendicazioni e delle rappresaglie. Come fa uno stato che si proclama democratico ad attuare una vendetta collettiva contro il territorio di Gaza? Come si fa ad uccidere donne, bambini, anziani come mezzo di pressione contro i propri nemici. Chi uccide un civile inerme e disarmato è come se avesse ucciso tutta l’umanità. E’ scritto nel Libro sacro, il Corano. Ma noi le vediamo le uccisioni sistematiche attuate ogni giorno dall’esercito d’occupazione. Come farebbero i palestinesi a non rispondere con la stessa violenza e per giunta, come ho detto all’inizio sono loro i depositari di un diritto scippato loro dai coloni, da chi è giunto dall’Europa orientale, dall’America o dall’Africa per insediarsi sulle loro terre? Ma torniamo al concetto di sicurezza fin qui adottato non solo dagli israeliani, ma anche dai loro alleati europei: vale a dire la costruzione delle muraglie o cortine di ferro ora contro i migranti ora contro terroristi e ora contro i fantasmi di turno che vengono creati ad hoc, cioè i nemici che bisogna isolare, coloro che sono stati generati dalle politiche di sfruttamento intensivo delle risorse del pianeta o dal colonialismo puro e crudo che ha destabilizzato e impoverito i paesi del Sud del pianeta. Se avessero avuto una classe dirigente all’altezza di queste sfide che impongono la costruzione di una vera e propria sicurezza non fondata sulle muraglie, gli israeliani avrebbero solcato altre vie per condividere quella terra scippata e voltare le sciagurate pagine delle guerre per sempre. Questo non si è realizzato perché il linguaggio della prepotenza è prevalso sempre su quello del dialogo e del realismo. La parola Filisteo indica quel popolo originario della Palestina che gli ebrei guidati dal loro profeta Mose trovarono. La genesi del problema è qui, in questo scontro infinito. Ai filistei la loro terra e agli ebrei una condivisione che è necessaria per arrivare alla pace. Ma la pace alla luce dei fatti del 7 ottobre è lontana quanto la luna. I vendicatori sionisti hanno deciso di farla pagare a tutta la nazione di Gaza che sembra una Stalingrado bombardata, ma mai arresa. L’orrore richiama l’orrore. Persino si è osato chiudere i robinetti d’acqua e di le derrate alimentari e i rifornimenti per gli ospedali. Sembra che dio abbia permesso alla sua nazione prediletta di commettere qualunque diletto pur di preservare per sé quella terra promessa che oggi i filistei rivendicano ad alta voce, in colera verso chi ignora e disconosce le loro sofferenze e il loro calvario.  


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