J’accuse del 27/08/2017 sullo sgombero del Palazzo di Piazza Indipendenza - Assenza dello Stato


Alba a via Curtatone..

Idrante e bastone
A via Curtatone...
Lo stato è ritornato...
Via i criminali,
dalle camere illegali
Lo stato è risuscitato

Com'è triste quest'alba!
E' finita, finita la fiaba
E dove sono le case nuove?
Per gli italiani e gli immigrati...
Derubati dai politici  ingrati
Che nessuno ora si muove...

S'innalza una muraglia
nella città che t'ammaglia
e poi ti rigetta...
la vita finisce all'alba
nella Roma che non ti garba
Nell'amata Italietta!






Ieri il Giornale titolava uno dei suoi editoriali: “ Oltre 100 Palazzi occupati a Roma con oltre 6000 residenti illegali”. La bella Destra Berlusconiana e non, per non citare quella estremista Salviniana o quella super nazionalista della Meloni, tutti usano questa vicenda per mettere benzina sul fuoco e attaccare il fenomeno dell’occupazione abusiva dei palazzi, che occorre premettere subito è stata la regola per anni in questa città per avere l’illusione o la sembianza di una casa. Per decenni, sotto avariati governi locali e nazionali, si andava occupando le case. Nessuno può quindi oggi lavarsi le mani e attribuire la colpa a chi colpe non ce l’ha. Purtroppo, e lo dico in modo solidale sono le forze dell’ordine, sempre a trovarsi di fronte dei disperati e dover usare dei metodi poco appropriati, per togliere la casa e la speranza a chi vorrebbero rimanere ancora aggrappati a quelle situazioni illegali. Ma torniamo ancora a riflettere su questo fatto simbolico: occupare un palazzo al centro di Roma, di fronte alla Sede del Consiglio Superiore della Magistratura, di alcune ambasciate e soprattutto di alcune Sedi di importanti Testate Giornalistiche per anni senza che nessuno abbia sollevato il problema alle autorità competenti e spinto a trovare delle soluzioni alternative è un fatto grave e scandaloso. Questa realtà anomala saltava all’occhio di chiunque passava per piazza Indipendenza. Essa stessa poteva rappresentare di per sé una letteratura della marginalità e dell’assenza dello stesso nel centro di Roma. Oggi, però, alla luce dell’acuirsi delle tensioni sociali e politiche e all’attacco e alle minacce sferrate dall’Isis all’Occidente, si pone una grande esigenza: ritornare a riprendersi in mano il territorio abbandonato dalla morsa di chi si è illuso che l’Italia è il paese di tutte le illegalità e le criminalità! Se così fosse, ben venga l’era del ritorno dello stato ad occuparsi dei problemi della gente.

Accogliere i profughi sì può approvare fino ad un certo punto. Quando tale fenomeno diventa ingovernabile, esso diventa insostenibile per la società che lo accoglie. Vorrei ovviamente non mettere acqua sul fuoco come usano fare le destre per accaparrarsi qualche consenso, ma spezzare una lancia a favore di questi profughi, invitandoli a capire che la permanenza in quel palazzo non poteva continuare, altrimenti verrebbero meno non solo i loro sacrosanti diritti ma anche coloro di chi detiene la proprietà di quel Palazzo. I diritti vanno rispettati e lo stato italiano sanare la loro situazione aiutandoli a trovare una casa, e in definitiva riprendersi il controllo del territorio non solo a Roma ma in tutto il paese. Questo è un compito assai difficile e ingrato che toccherà a qualunque governo che uscirà vincitore nelle prossime imminenti elezioni politiche. C’è un proverbio in arabo che dice: chi ci frega, non è di noi! Io vorrei applicarlo alla realtà italiana.  Chi non vuole rispettare le leggi della Repubblica, non appartiene a quest’ultima. Chi è venuto in Italia in cerca di una nuova patria, dovrà rispettare le leggi di questo paese, altrimenti torni al suo paese.  

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