J’accuse del 6 febbraio 2021 Dialogo immaginario tra Draghi e Grillo- Cosa si sarebbero detti i due se avessero parlato....

 


J’accuse del 6 febbraio 2021 Dialogo immaginario tra Draghi e Grillo


 

J’accuse del 6 febbraio 2021 Dialogo immaginario tra Draghi e Grillo

 

Oggi Il presidente incaricato Draghi ha ricevuto la delegazione Grillina. La guidava lui in persona Grillo, il padre nobile del Movimento. Era sceso dalla sua Genova qualche giorno prima, per dare man forte ai suoi in quest’intricata situazione di crisi di governo. La sua creatura è attraversata da divisioni e da veleni ma, soprattutto direi da incoerenze e conclamate incompetenze.  L’incontro con l’ex governatore della Banca Centrale Europea s’inserisce in questa successione interminabile di “tira e molla” di chi sputa sul piatto e ci torna a mangiarci fregandosene delle cose dette e di tutto quello che abbiamo visto in quest’ultimi anni dai raduni “Vaffà”, alle orge con la Lega e all’alleanza col PD. Dopotutto quel che conta è l’assegnazione dei Ministeri indicati dal Comico stamane nel suo Blog. Poco importa se si tornerà a governare con Tizio, Caio o Sempronio. Il Vaffà oramai è un boomerang itinerante. In questo contesto la mia idea nonostante il silenzio scelto da Grillo. A che cosa servirebbe parlare dopo tutt0? Lui non ha parlato ma immaginiamo che cosa si sarebbero dette conoscendo entrambi i personaggi:

 

-        Buongiorno Banchiere, dice Grillo.

-        Salve comico, gli replica il banchiere

-        E’ arrivato il tuo tempo. Mi sembrano lontani mille miglia quelli in cui pensavo di far uscire l’Italia dall’Euro. Era un sogno, davvero…, dice il comico

-        Per me era un incubo. Sai i comici sanno bene manipolare le parole. Io invece ho dimestichezza con i numeri. Trasformo quelli negativi in positivi e viceversa. È il mio mestiere.

-        Infatti, tuti ti guardano come una medicina che dobbiamo mandare giù per salvare questo paese. Io non t’avrei nominato. Ma non abbiamo scelta. Dobbiamo esserci. Dice Grillo sospirando.

-        Esserci. Non solo signor comico. Ma bisogna tenere sotto controllo i conti. Compreso il tuo …, gli replica sogghignando.

-        Sei mordace. Hai imparato il senso dell’humour inglese. Sei freddo come il ghiaccio. Fari piangere il paese. Ma noi ti sosterremmo, finché non arriverà un nostro vaffà…; Se accetti questi Ministeri e le nostre richieste, andremo d’accordo e d’amore.

-        Per carità. Amore, no! Sono sposato. Voglio dire devo seguire l’agenda. I banchieri ne hanno sempre una piena di impegni… Ma in somma che sei venuto a fare qui? I ricatti non mi piacciono. I ministeri li decido io. Nemmeno Salvini ha osato chiedermi ciò.

-        Salvini, esclamò Grillo.

-        Sì.

-        E che cosa voleva? Chiese Grillo.

-        Vuole anche lui gli stessi ministeri che hai chiesto. Sai ho pensato ad una soluzione. Voglio ridargli il Ministero dell’interno. Così si occuperà solo di migranti. Io penserò al malloppo che ci manderà l’Unione europea. Dice il banchiere.

-        Noi vogliamo una conferma del reddito di cittadinanza. La quota 100 non c’interessa. E’ uno slogan leghista. Replicò il comico.

-        Anche loro non vogliono le misure assistenziali che proponete voi. Sono dannose per l’economia. Dicono che vi votano solo i poveri d’Italia e hanno ragione. Dice il banchiere irritato.

-        Cafoni. Non li sopporto. Dice il comico.

-        E c’hai pure fatto un contratto! Gli replicò il banchiere.

-        Ci hanno tradito loro.

-        Ma anche voi vi siete fatti “infinochiare” per amor di poltrone. No?

-        Macché…, gli risponde scocciato.

-        E ora che volete fare? Le vecchie orge fanno oramai parte del passato. Ora è il turno dei numeri e sarò io il regista.

Dopo un attimo di silenzio. Il banchiere:

-        Le poltrone le decido io. Abbiate fede nei numeri. Ora la saluto.

-        Sei solo un numero. Dice Grillo mentre usciva dalla sala.

-        E tu un comico che non fa più ridere. Se non ti piace il mio carro, non ci salire. Il paese piange la fame e devo io pensare a sfamarlo e guarirlo dagli illusionisti come voi. Dice Draghi.

-        Al diavolo, silenzio….

Così finì la breve conversazione tra i due.


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