Umanità

 Umanità


Kandinskij, l'uomo che ascoltava i colori - Salsa d'Arte


Umanità, ricordi ancora,

Quegli sguardi innocenti

Quando si poteva ancora sognare!

Oltre ogni orizzonte…  

Un mondo degno degli uomini!

E tu cercavi inquieta

Come un coriandolo trascinato dal vento

Un effimero frangente per fermare…

Questo dolce precipitare

Dalle immani sofferenze fuggivi…

E dolori accumulati

Quante ingiustizie gridano ancora.

Qual vago avvenire t’attende?

Ora che i ghiacciai si sciolgono

e la siccità rende lontano

Ed irraggiungibile ogni raccolto

Le vie dorate e i giardini,

E il mar, da lungi, ondeggia

Le sue azzurrità assomigliano ai sogni

Abbandonati e gettati nei fondali

Come spazzatura esistenziale

 

Quel ch'io sentivo…

Che pensieri brutali!

Che speranze, che cuori, o umanità mia!

Imbrogli i figli tuoi?

Nel fior dei loro anni;

Degli sguardi innamorati e schivi;

che parlavano d'amore.

Questo è il mondo?

Questa la sorte tua?

All'apparir del vero…, vero che non è…

Tu, misera, cadesti e con la mano

Cademmo tutti nella stessa fossa

Com’è bella la riscossa!

 

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