J’accuse sul Summit Russia- Africa di San Pietroburgo- la diplomazia russa e quella americana a confronto/ grano e armi

 

J’accuse sul Summit Russia- Africa di San Pietroburgo- la diplomazia russa e quella americana a confronto/ grano e armi

 



E’ ormai pacifico e acquisito come dato a tutti che la guerra in corso in Ucraina oppone gli americani ai russi dove gli altri paesi coinvolti sono dei semplici figuranti che devono recitare i loro ruoli subalterni senza usare il loro raziocinio e la loro dignità politica . Qualcuno ha mai dubitato o messo in questione la strategia della guerra ad oltranza? Dai francesi agli italiani, dai tedeschi agli spagnoli, per non parlare dei paesi dell’Europa orientale, saliti sul carro di Washington dopo la fine della guerra fredda, tutti sono unanimi nel sostegno dell’opzione militare che prevede anche l’isolamento e la chiusura verso qualunque dialogo con il nemico russo. Tutti con i loro media a narrare la guerra degli aggrediti e l’orrore degli aggressori, senza pensare minimamente a come fermare il bagno di sangue e riprendere a parlare con la controparte. No! Vietato e guai chi si azzarderà a farlo e ad aprire la breccia nel fronte americano. In questo contesto di censura si è sviluppata finora la guerra ucraina tra proclami e propaganda degni delle peggiori dittature. A chi ha avuto il minimo ripensamento e la minima autocritica lo si è accusati d’essere un comunista filo Putin o peggio di collusione col nemico. Insomma, persino quelli che un tempo come la Meloni andavano in girò dicendo che avrebbero riformato l’Unione europea e fatto uscire il loro paese dai legami troppo soffocanti con la Nato, oggi si riscoprono d’essere loro i veri atlantici e proprio la loro incoerenza e direi la loro debolezza viene usata dai manipolatori per promuoverli come leader nazionali e magari fino a prova contraria regionali, in cambio del sostegno dei piani bellici e politici della superpotenza americana. La grande tristezza del continente europeo in questo frangente della sua storia è la mancanza di leader europei autorevoli in grado di far valere gli interessi europei e la stessa sovranità delle nazioni europee calpestata da chi porta avanti guerre e imperialismi estranei alla medesima. In questi giorni però le due diplomazie russa e americana sono all’opera: Mosca sta tentando di rassicurare i paesi africani che non li mancherà quel grano che la Russia è pronta a fornirli a prezzi politici, persino gratuitamente, qualora lo richiedesse la situazione. In questo modo i russi dimostrano a chi li ha accusati di voler affamare l’umanità, come la Meloni, la loro piena responsabilità e nello stesso tempo che i loro interessi vitali rimangono intatti nonostante la durezza e il prolungamento del conflitto. Se la Russia distribuisce il pane e magari anche qualche contratto di natura militare, a chi richiede i servigi della Wagner, la diplomazia americana stringe i ranghi e chiama la premier Meloni per rilanciare l’opzione della guerra ad oltranza con tutto quello che può comportare nel medio e lungo termine sull’economia, le forniture energetiche e gli esodi migratori. Quel che trapela dal confronto viene esaltato come il successo politico e diplomatico dei due Iceberg dell’Alleanza atlantica: gli americani a nord a fornire informazioni e sopporto ai belligeranti e gli italiani della Meloni a sud per fermare qualunque infiltrazione nemica. Certo, non tutti gli italiani la pensano come lei in materia della guerra e della sicurezza del nostro paese. A chi ha sprecato il suo voto per lei pensando che avrebbe rafforzato la voce dell’Italia tra le nazioni e l’avrebbe resa autorevole e in linea con la nostra costituzione, gli direi di ripensarci la prossima prima di votarla. E’ un conto quel che si dice prima delle elezioni ed è un altro quando si siede sulla poltrona del potere. Peccato però che non abbiamo un leader come Craxi che un tempo usò il suo raziocinio e la sua dignità politica e decise di non cedere agli americani nella questione di Sigonella. Gli Iceberg prima o poi si scioglieranno. Speriamo però nel ritorno alla ragione: sono gli americani a dover fermare Biden mandandolo a casa e impedendogli di ripetere il mandato presidenziale. L’America è chiamata ad una grande svolta.

 

 

Commenti