Monologhi struggenti

 

Monologhi struggenti

 

Édouard Manet, Stéphane Mallarmé, 1876, huile sur toile, 26 x 36 cm, Paris, musée d’Orsay.



Tra i pensieri affiora la carezza

Breve e fugace come la vita

Alternata dall’infinita ebbrezza

Come il leccare d’ogni ferita

O se il vortice incessante!

Sulla mia anima sbattuta

Volesse un dì diventare galante

Sarà solo una mossa astuta

 

Non dei cuori e dei gesti

Là, là è un putiferio…

Dove ci s’arrende ai giorni mesti

Or ora tutto è deleterio…

Né danari né prole

Il richiamo sempre vivo

Come girò le spalle il sole

In ogni maledetto clivo

 

 

Delle mie ferite canti

I tristi e toccanti ritornelli

Sogni belli e carezze d’amanti

A fissar stelle e pipistrelli

Ed ogni dolcezza è remota

Rarezza come tra le dune

Carezza tra le piene lune

La vita è un’eterna lotta…

 

Se le avverse correnti avessero una foce?

E il destino fosse per un attimo meno feroce

Cavalchiamo come eroi crocifissi e segnanti

Ciascuno sul suo pegaso immaginario

E un cuor immacolato come un sudario

Ad accarezzar persino con i denti

La ferocia che ha scolpito il nostro calvario

 

Si desta, rivola il mio pensiero

E rompe le catene come un guerriero

Nell’angusto spazio della mia era

La mia vita ha una odiata pattumiera

Dove il tempo amato e perduto giace

D’ogni vita, d’ogni silenzio che non ha pace

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