J’Accuse del 3 Maggio 2024 : sono Io chiamatemi Giorgia…, che sia un plebiscito!

 

J’Accuse del 3 Maggio 2024 : sono Io chiamatemi Giorgia…, che sia un plebiscito!

 







Nella mentalità ottusa e egocentrica di Giorgia, l’essere o non essere prescinde dalla stessa drammaticità del presente e delle tante tragedie che lo connotano: le guerre, le crisi economiche, etiche e dei valori che abbiamo drammaticamente davanti. Invece di occuparsi dei problemi del paese e di quest’Europa che si sta trascinando da sola alla gogna con le subalternità e gli imperialismi in cui si è immersa, la nostra Presidente del Consiglio vuole trasformare le Europee in un plebiscito su di lei e sulla sua malsana e rabbuiata politica di propaganda e di velleità politiche e economiche a livello interno e internazionale. Mentre il paese naviga nella decadenza delle sue strutture e la qualità dei servizi che essi offrono, a partire dagli ospedali dove mancano il personale qualificato e le apparecchiature di punta, nonché le medicinali, e questo nell’intento diretto a favorire una sanità a pagamento solo per i facoltosi, venendo alla sanità per tutti sancita come diritto costituzionale, per non parlare del degrado che ha investito le infrastrutture, le scuole, le strade del nostro paese. Alla lista aggiungiamo anche la crescita esponenziale del lavoro precario che viene spacciato dal suo governo come un aumento del lavoro nel nostro paese: se ai giovani si offre il precariato e alle banche si detassano i profitti, quale politica sociale benefica per il nostro paese abbia seguito la Giorgia, plebiscitaria? L’elenco dei cantieri e dei progetti per snaturare la democrazia così come l’abbiamo conosciuta nel nostro paese è abbastanza fitto: si vuole colpire l’autonomia della magistratura con la separazione delle carriere e il test psicologico obbligatorio ai candidati magistrati, si mette mano su tutti i posti che contano nel sistema delle Imprese pubbliche e partecipate attraverso la nomina di personaggi affini al proprio partito, si occupa la Rai e si mette il bavaglio ai giornalisti e al libero pensiero, così come si osteggiano le manifestazioni degli scolari e universitari a favore del Cessate il fuoco in Ucraina e Palestina. Invece di lavorare per un paese dove si rafforzi l’uguaglianza e la giustizia, superando quello costruito in questi decenni sulle caste e le corporazioni, la miopia politica della nostra leader la porta a favorire i poteri forti: le banche, le imprese poco produttive che ricevono sussidi dallo stato e pagano sempre meno tasse, ivi compresa l’inezia del suo governo davanti a tante corporazioni che hanno da sempre rifiutato le liberalizzazioni e le aperture al mercato richieste non solo dagli organismi europei ma anche dalla stragrande maggioranza degli italiani per offrire pari opportunità e diritti sociali ed economici a tutti i cittadini. Se, infine, citiamo il suo progetto di creare due o più Italie fiscali, remunerative, economiche e sociali, questo certamente inficia d’incostituzionalità tutte questa malsana progettualità in corso d’opera. La verità è che l’appello dal suo comizio di Pescara che inaugura la campagna plebiscitaria di Giorgia è un segnale d’allarme al paese. Davanti a tanta mediocrità, il paese rimane ancora addormentato! Non è bastato questo lungo elenco di misure a spaventare i cittadini? La sua voce, nel bel mezzo della spiaggia di Pescara, dietro quell’adorabile e azzurro Adriatico, non è certamente di una sirenetta. A sentirla dire con violenza che i suoi detrattori l’hanno spesso chiamata la borgatara, la popolare, e aggiungerei l’arrivista, ma lei si difende: sono una persona del popolo. E’ Giorgia, signore e signore, la vostra che dovete votare... Mi viene un brivido a pensare che lei che ha accumulato cariche ( cosa discutibile, come lo sta facendo anche ora) guadagnando decine di migliaia d’euro al mese potrebbe definirsi una donna del popolo? Insomma la sua strada è spianata già verso il varo di un premierato che salverà l’Italia, come diceva Berlusconi dai comunisti. E’ una grande bugia. Quel che serve in questo paese è ben altro: il varo di riforme che diano pari opportunità a tutti nell’economia e nella politica e rendano accessibile e le istituzioni a tutti i cittadini e non alle poche sette a conduzione famelica e settaria che connotano la nostra democrazia.

 


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