J’Accuse del 6 dicembre 2018. Ascesa di Salvini e caduta di Di Maio.


J’Accuse del 6 dicembre 2018. Manifestazione dell'8 Dicembre: ascesa di Salvini e caduta di Di Maio.


 

Le immagini delle scuse del padre di Di Maio sono state commoventi e persino raccapriccianti per certi versi. Esse parlavano da sé: le colpe dei padri non devono cadere sui figli. Ma occorre anche osservare che Di Maio, vista la sua grande intelligenza, si doveva anche aspettare ad un simile attacco da parte dei suoi avversari politici. E’ proprio il caso di re che ha peccato d’ingenuità politica. E proprio quest’ingenuità politica è alla base de suo indebolimento e della conseguente ascesa della Lega di Salvini.     

Riflettendo a fondo su questi mesi di governo giallo verde, ci viene tanta rabbia noi che abbiamo dato il nostro voto sapendo che non sarebbe mai servito a Salvini. I fatti successivi al 4 Marzo hanno dimostrato ampiamente quanto conta il popolo sovrano. Praticamente è stata una presa in giro generale. Così tra le segrete stanze nacque il governo attuale con i numeri e i rapporti di forza che sappiamo eludendo la prassi costituzionale e la stessa volontà popolare che non si è espressa a suo favore.  Ben presto però la scaltrezza di Salvini e la sua sfacciataggine nel trattare i temi del momento, ribaltarono tali rapporti di forza e permisero alla Lega di raddoppiare il suo consenso e di condurre il gioco politico.

Ma tutto ciò ha una spiegazione logica. Una mea colpa prima o poi verrà ammessa così come si è giustificata l’alleanza con la Lega e tutta una serie di omissioni e di mancate promesse.

Partiamo dalla più grande. Dal Pipe Line che collega la Russia all’Italia, cosiddetta TAP. Lì, la delusione dei sostenitori del movimento è stata grande. Sappiamo bene quali sono le motivazioni. Ma non bastano. Tanto il dado è tratto. Di Battista ha dovuto presentare le sue scuse. Poi ironicamente, saltanto le tappe, vennero anche le scuse del padre di Di Maio, per la vicenda deli operai assunti in nero nella sua azienda di famiglia. I fatti sono tanti...
E ovvio che qualcosa non va. Il sangue sale ancora alla testa quando si pensa ai numeri di Salvini, sempre celebrato e osannato. Un barbuto arrogante e irrequieto al soldo di un nazionalismo antistorico e ingrato a questa stessa democrazia e all'Europa che lo ha partorito. Insomma la manifestazione dell’8 dicembre si avvicina e i proclami e l’adrenalina sua e dei suoi sostenitori aumentano.

Ma quale rimorso abbiamo avuto, si ripetono i grillini?

In realtà me lo ripeto anche io. Tanti proclami, come giustamente è nella storia e nei programmi del M5S. Sacrosanta è l’idea di venire incontro ai poveri. Occorre non mollare lì. Ma l’Europa preme. Il suo peso si fa sentire man mano che ci si accorge che lo spread può far crollare non solo il governo ma l’intero paese. L’amarezza aumenta man mano che Conte e Tria dialogano con le istituzioni europee: il NIED è chiaro. Non bastano le buone intenzioni, ma occorrono come dice Moscovici: delle modifiche e quindi delle rinunce sostanziali alla cosiddetta manovra del popolo. I decimali per il governo italiano rappresentano un abbassamento del Reddito di cittadinanza, una modifica della quota 100 a quota 102 o magari 110. Una rimodulazione della Flat Tax. Insomma sono schiaffi sonore a questo governo propagandistico, populista e razzista. La sua sconfitta è un imperativo categorico non solo per i mercati, ma anche per le stesse istituzioni europee e lo stesso Establishment che lo guarda come un pericolo per la stessa vita dell’Unione Europea.

E allora che fare?

Quel che si pensa ma non si dice è che il peccato originario sta proprio nell’aver stipulato un contratto di governo con la Lega. L’avere affidato la sicurezza degli Italiani a Salvini che usa il Viminale per la sua parte politica. Ne siamo ben consapevoli. L’ingenuità politica di Di Maio è stata grande nel non averlo capito  sin dall’inizio. A Salvini doveva essere affidato il Ministero delle pari opportunità. Magari avrebbe imparato qualche concetto nuovo sull’uguaglianza degli uomini e sull’importanza del dialogo, della pace tra le nazioni. Chi è ben consapevole di questa verità, non può non amareggiarsi. Abbiamo dato ai nostri nemici politici i nostri voti e consentito loro di calpestare i nostri valori e ideali…

Peccato!

Commenti