Nota del 10 giugno sulla lettera di Giuseppe Conte contro il precariato istituzionalizzato dal Governo Meloni

 Nota del 10 giugno sulla lettera di Giuseppe Conte contro il precariato istituzionalizzato dal Governo Meloni






Giuseppe Conte mi ha mandato questa lettera che ho letto in un attimo. Ne condivido pienamente il contenuto. Non è strumentale né ideologica . E' la verità dei fatti di un governo che mette al centro della sua azione: la guerra in Ucraina, l'agevolazione dell'evasione fiscale attraverso l'aumento dell'uso dei contanti, lo smantellamento dello stato sociale finora costruito, la deregolamentazione delle concessioni degli appalti favorendo così indirettamente le mafie e le proprie clientele politiche, il controllo del sistema radiotelevisivo attraverso lo spoil system, nella fattispecie la RAI, il controllo della libertà di pensiero, lo scavalcamento degli organi costituzionali di controllo dell'azione dell'esecutivo..., insomma la lista è ancora numerosa. Sulla manifestazione antiprecariato volta a denunziare la dura realtà dei giovani italiani nel mondo del lavoro, costretti spesso a lavorare con contratti spazzatura che non li garantiscono nulla ( contratti settimanali, mensili, Voucher di ogni tipo...), aderisco e vi invito ad aderire. Ecco il governo delle destre che svela il suo volto laido e antisociale: è un governo dei padroni e direi con una parola degli schiavisti al servizio dei poteri forti e di un imperialismo che non si sa dove ci sta portando, ma sicuramente al baratro totale.


Ciao Hamid Misk
lo scorso 1° maggio il Governo Meloni, in barba alla Festa del Lavoro, ha approvato un Decreto Precariato che disegna la nuova Italia dei contratti a tempo determinato - spesso di un mese o di una settimana, l’Italia dei voucher, l’Italia in cui per i giovani diventa impossibile programmare l’acquisto di una casa, cullare il sogno di avere una famiglia.
Insomma, di guardare con speranza al futuro.
Nello stesso decreto si taglia il Reddito di cittadinanza - unico sostegno per chi vive sulla soglia di povertà - e si prevedono più fondi per l’industria militare. Già: perché i soldi, quando si tratta di armi, questo governo riesce sempre a trovarli.
Non li trova, invece, se si tratta di stabilizzare i contratti dei nostri ragazzi, dei ricercatori precari o alzare gli stipendi di chi - medici, infermieri e operatori sanitari - sbarcano il lunario nella giungla della Sanità.
La verità è che al Governo Meloni non interessa nulla delle vite precarie degli italiani.
Non interessano le vite di chi vede aumentare le rate del mutuo o dell’affitto, mentre l’esecutivo fa spallucce. Eppure, basterebbe avere il coraggio di tassare gli extraprofitti di banche, industrie belliche, multinazionali farmaceutiche e assicurative che in tempi di emergenza hanno aumentato a dismisura i propri ricavi e dedicare quelle risorse a chi non ce la fa.
Non interessano le vite di chi perde il lavoro e deve barcamenarsi tra impieghi pagati 2 o 3 euro l’ora, mentre il Governo dice no a quel salario minimo ormai presente in tutta Europa.
Non interessano le vite di chi per fare un’ecografia deve scegliere se avere un appuntamento nel pubblico tra un anno o pagarla a caro costo domattina in una clinica privata.
Non interessa mandare all’aria la vita di imprenditori che avevano scommesso sulla riqualificazione urbanistica grazie ad un’edilizia sostenibile.
Non interessa il futuro dei giovani, costretti ad alzare la voce per suonare l’allarme del cambiamento climatico. Vengono trattati come criminali mentre si riempiono di impresentabili le amministrazioni dello Stato e si creano scudi penali per evasori.
Non interessano le vite di chi guarda con paura al rischio di una guerra nucleare mentre il Governo investe sugli armamenti e “scommette” - parola di Giorgia Meloni - sulla vittoria militare anziché sulla pace.
A loro tutto questo non interessa.
Ma noi non siamo disposti a volgere lo sguardo dall’altra parte.
È il momento di guardarci negli occhi. Incontriamoci in piazza, ascoltiamo e mettiamo a confronto le vostre storie. Mettiamoci in movimento per dire a gran voce #BastaVitePrecarie, basta con le politiche inadeguate e dannose di questo Governo.
Ci vediamo il 17 giugno a Roma

Giuseppe Conte

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