J’accuse del 22/01/15 sul partito della Nazione e le orge del potere - Parte seconda




Se fossimo in una normale democrazia, ieri sera il presidente Renzi, dopo aver constato il venir meno di una parte consistente della sua maggioranza politica, all’interno del suo stesso partito doveva presentare le sue dimissioni. Invece no, è successo l’ennesimo ribaltone parlamentare, l’ennesimo braccio di ferro tra chi vuole, a loro dire innovare riconsegnando il diritto ai cittadini di scegliere i propri parlamentari e chi come Renzi e Berlusconi, i quali vogliono tenere sotto il loro controllo, nominandoli, gli eletti nella futura Assemblea nazionale. Che strano duello però, direbbe un attento osservatore! E' la cosa più strana è che questa stessa legge elettorale entrerà in vigore solo a partire dal luglio 2016! Perché? Per consentire a Renzi di governare e di consolidare il suo regime, e al Cavaliere di recuperare la sua eleggibilità politica dopo la sua condanna. Che strane convenienze!Tutto ciò avviene tra dei teatranti abili e recitatori della pura verità, amanti del popolo e della cosa pubblica. La verità, invece, come di solito ripeto è chiara come il sole: è l’ennesima “Commedia dell’Arte del partito democratico”, dove si cerca di conservare i propri interessi e poltrone, ma questa volta con una novità assoluta: Berlusconi e i suoi sono dentro, sul palcoscenico del Teatro democratico e vogliono anche loro, esserci ad ogni costo…vogliono conservarsi il potere, partecipando alla determinazione della nuova legge elettorale, qualificata come peggiore dello stesso porcellum. Insomma è una bella orgia, senza pudore. Una Commedia senza morale, dove lo spogliato vero è il popolo sovrano, la cui stragrande maggioranza non s’identifica e non si riconosce nelle riforme giuntesi con il nuovo vento d’Arcore.

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