J’Accuse del 4 settembre 2018 sulle rivalità franco-italiane in Libia


J’Accuse del 4 settembre 2018 sulle rivalità franco-italiane in Libia




L’abbiamo detto in tutte le salse e in tutte le lingue che l’intervento della Francia e della Nato in Libia fu non solo un errore ma una grande catastrofe contro la pace, il benessere e l’unità del popolo libico. La distruzione e le tragedie che esso aveva causato sono immani e tutt’ora in corso.  l'impossessarsi della popolazione, tribù comprese, dei depositi delle armi di cui erano colme, ha condotto all’anarchia e alla guerra civile alla quale assistiamo ogni giorno. Non solo la Libia è diventata il palcoscenico dei complotti e degli appetiti delle potenze del Mediterraneo del Nord, ma non sappiamo più nemmeno che fine hanno fatto fare ai tesori e alle decine di miliardi di dollari che Gheddafi aveva investito nel mondo o teneva nelle banche occidentali. Tutto tace, come tacciono le coscienze sporche che avevano architettato e eseguito quella sporca operazione contro il regime del Colonello. Così, man mano che passano gli anni, si scopre con maggiore evidenza che la Francia è ben determinata a continuare il suo appoggio a fazioni e governi opposti all’Italia, altro paese dalla geografia, dalla storia e dagli interessi sempre radicati al paese nord-africano. Le rivalità franco-italiane si sono accentuate con l’arrivo del governo, direi salvini, e non Conte. Salvini, in particolare modo accusa apertamente la Francia di voler spassare via dalla Libia. I fatti sono ben chiari e le alleanze lo sono altrettanto. Parigi sostiene un governo che l’Italia e la Comunità internazionale non riconoscono. E Roma, invece, sostiene un governo debole e non rappresentativo fondato sulla base di un catello nel quale sono confluiti diversi tribù, i quali non rappresentano la realtà libica. E allora?
Nel corso del suo lungo regno, Gheddafi che conosceva la sua gente la redarguiva: "un popolo di beduini per salvaguardare la sua indipendenza politica ha bisogno di studiare e di lottare". I libici fanno oggi il contrario di quello che diceva e rappresentava. Lui che si era battuto per tutte le lotte di liberazione sparse nel mondo, si ritrova  un paese conteso da vecchie e nuove potenze coloniali.  Nel mondo dei lupi dove viviamo qualcuno aveva sempre tramato contro questa Libia così ricca e così variegata etnicamente e culturalmente. Il suo petrolio e il suo gas fanno gola agli europei. Gheddafi prima di morire era corteggiatissimo dalle cancellerie occidentali. Aveva contribuito lui nell’ascesa di Sarkosy. Poi un giorno scoppiò la primavera araba e con essa il caos e l’incertezza e qualcuno in occidente pensò di simulare la rivoluzione in Libia. Le conseguenze sono sotto i nostri occhi. Un disastro senza fine.

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