J’Accuse del 18/09/2020 sul referendum di riforma costituzionale e le divisioni nella maggioranza

 




J’Accuse del 18/09/2020 sul referendum di riforma costituzionale e le divisioni nella maggioranza

 

In un paese serio si sarebbe già provveduto da anni allo smantellamento dei privilegi e delle alte remunerazioni e previlegi delle caste. In particolare quella di carica parlamentare aveva sempre fatto gola a tutti i partiti per collocare i notabili politici e distribuire potere e privilegi. E’ opportuno ricordare come l’attuale numero dei rappresentati sia alla camera che al Senato non fosse stato congegnato nel 1948 dai padri costituenti che avevano a cuore la democrazia e la rappresentatività ma dalle classi dirigenti dei partiti che nel 1963 aumentarono di oltre 300 cariche tale numero iniziale. Oggi Scopo di questo referendum è quello di ripristinare la logica costituzionale che aveva a cuore appunto la decenza e l’etica nella politica e la rappresentatività democratica e egualitaria nel paese. L’Italia delle partitocrazie non ha nessun argomento persuasivo, né tantomeno la faccia tosta per far continuare questo scempio delle risorse pubbliche e della democrazia attraverso un sistema inefficiente e vessatorio che sembra non abbia capito l’estrema gravità e in definitiva la sua stessa vita e operosità siano deleterie per l’intera nazione e la stessa democrazia repubblicana.

In questo contesto mi preme ricordare all’attuale maggioranza che essa depositaria di un grande mandato e direi metaforicamente di una grande speranza affidatale dal paese. Il contesto pandemico impone la rinuncia ai propri egoismi di parte e ad una maggiore coesione politica e sociale nel paese. La crisi economica che era già in corso e aggravata dalla pandemia impone urgenti riforme e iniziative per far fronte ai problemi e alle tragedie delle famiglie e delle aziende.  Il Recovery Fund, conquista del governo Conte, deve servire non solo come uno slogan politico, ma come uno strumento celere ed efficace per intervenire sul paese prima che quest’ultimo venga affondato nei debiti e nella stagnazione. Anche a tal fine è richiesta la coesione appena citata e la rinuncia agli interessi di parte.

Quello che osserviamo però è una bagarre continua: sia all’interno del PD dove i fuoriusciti Renziani continuano a remare per conto loro e a connotarsi come i salvatori del paese dalle destre eversive e populiste, sia nel M5S dove continuano le scaramucce tra sostenitori di Di Maio e quelli di Di Battista non favorevole alla continuità dell’alleanza col PD. Per non parlare delle gelosie tra i maggiori protagonisti che non riescono a capire quale leader darsi nella fase attuale. Ricordo che l'impiego dei fondi del MES debba essere un'opportunità e non un crimine o uno slagan politico divisivo!  La lettera di Casaleggio inviata qualche giorno fa agli iscritti del Movimento  in cui accusa una parte degli eletti nel parlamento di essere venuta meno ai suoi impegni di contribuzione all’attività di Rousseau attraverso la cessione di una parte del suo reddito a quest’ultimo è la goccia che fa traboccare il vaso: i soldi e il potere fanno gola a chi ricopre cariche elettive e allora anche l’abrogazione delle stesse regole diventa il fine e direi lo strumento per assomigliare sempre di più a coloro che una volta il Movimento definiva caricaturalmente i parassiti della partitocrazia.

La discesa in campo di Di Battista contro Emiliano in Puglia  in questa campagna referendaria è il riflesso di questa orrenda caricatura.  E’ una commedia deleteria e triste. Direi in una parola senza sprecare le parole: è il fallimento d’ogni intelligenza politica.   


J'accuse videoregistrato: 

 

https://www.facebook.com/miskh/videos/10158559174957731


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