J’Accuse del 2 dicembre 2022 sull’Ucraina e sulle finte primarie del partito democratico. Il rinnovamento della classe dei notabili del PD

 

J’Accuse del 2 dicembre 2022 sull’Ucraina e sulle finte primarie del partito democratico. Il rinnovamento della classe dei notabili del PD

 





Vorrei divagare prima d’entrare in merito al tema dell’odierno J’accuse, ossia le primarie del PD. La guerra in Ucraina sta diventando una “routine” logorante davanti alla quale nessuno, dico nessuno, riesce ad imprimere una svolta decisiva sia nella benaugurata soluzione diplomatica o peggio nella sconfitta di una delle parti in conflitto. Questo la dice lunga sulla testardaggine di alcuni fautori del conflitto che hanno trascinato l’Europa e il mondo in quest’impresa scellerata ai confini della Russia. Nessuna motivazione o giustificazione di carattere giuridico è da attribuirsi al diritto sacrosanto delle nazioni all’autodeterminazione e alla libera scelta delle proprie alleanze. Come ribadito più volte, anche quando si è trattato di altre questioni regionali e nazionali, come quella del Sahara occidentale che oppone il Marocco all’Algeria, il diritto all’autodeterminazione sussiste non solo quando ci sono tre requisiti: Terra, popolo e governo, ma quando diventa divisorio e strumento politico per creare le discordie e il caos, occorre rivalutare bene il concetto e l’opportunità delle scelte politiche e strategiche che ne discendono. Quindi, questo diritto va applicato tenendo presente la situazione storica, politica ed economica della regione. Il caso dell’Ucraina è emblematico: un paese, come quello di Koev,  di giovane costituzione, peraltro avente legami storici, politici e strategici con la Russia, il suo distacco dalla sfera russa non poteva non comportare un cataclisma politico e militare. La vediamo chiaramente questa tragedia con tutte le colpe di coloro che hanno concorso ad immolare il paese e la sua popolazione ai piani dell’espansione politica, economica e militare dell’occidente.

Finita la divagazione. Il PD è un’altra tragedia ma questa volta nazionale. Una questione infinita e irrisolvibile, vista la struttura a carattere feudale (feudi) e clientelare (notabili) che connota non solo il partito democratico ma tutta la partitocrazia italiana. Purtroppo è la verità. Non abbiamo mai capito come si formavano le classi dirigenti né come si diventava Segretari di questo partito. Ne abbiamo viste di congiure e di cattiverie a danno di chi è arrivato al suo vertice. Ogni volta si sfascia tutto e si chiama alla rinascita e al rinnovamento. Ma basta! C’è voluto un segretario geniale come Letta per far vincere così facilmente le elezioni allo squalide destre. Forse anche questa è stata una congiura contro la sinistra? Chi lo sa? Ora questi notabili stanno organizzando la rinascita del partito! Che ruolo ha Letta ancora in questa vicenda? Forse sta preparando un’altra congiura? Sentiamo parlare di tanti nomi in corsa per le primarie per conquistarsi la segreteria. Qualcuno ha pensato a mettere la Schlein. Ma chi è la Schlein? Vogliono mettere una donna a capo del PD. Ben venga! Ma perché lo avete fatto tardi allorché dovevate voi di sinistra valorizzare meglio la donna e darle più spazio nella politica. La lezione della Meloni non ci convince. Sono solo messaggi, comunicati, parole e slogan violenti recitati a memoria che hanno fatto la sua popolarità tra i poveri naif di questo paese. Le primarie sono una storia vecchia e non convince chi si ricorda ancora come avvenivano un tempo a Roma con gli “aggiustamenti dell’ultimo minuto”. Così si diceva. Infine, non vorrei accanirmi ancora. Voglio piuttosto chiedervi di restituire il partito alle classi popolari che avete rinnegato mettendo con il mondo della finanza e con quello borghese che ora vi ha girato le spalle. La difesa della classe media, delle classi deboli e operaie, della piccola e media impresa devono essere le priorità per un partito dalla tradizione popolare e democratica. Vorrei presentarmi anche io alle vostre primarie. Chi lo sa? Lo farò in maniera simbolica per infondere in voi e nel nostro popolo arrabbiato e indifferente la passione e l’orgoglio di un tempo. Bisogna ripensare la democrazia partecipativa e i diritti che ne discendono. Il PD non appartiene ai suoi notabili ma alla gente chi lo vota.

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