J’Accuse del mercoledì 15 marzo 2023 sul riavvicinamento dell’Iran e l’Arabia saudita/ Caso Marocco-Algeria a confronto

J’Accuse del mercoledì 15 marzo 2023 sul riavvicinamento dell’Iran e l’Arabia saudita

 

Xi Jinping, il ruolo del Dragone nel riavvicinamento tra Tehran e Riad


Chi immaginava fino a qualche giorno il riavvicinamento iraniano-Saudita con la riapertura delle relazioni diplomatiche e l’inizio di un dialogo tra i due fratelli rivali della regione medio-orientale? Sciiti e Sunniti e l’infinita storia di questa lacerazione tra i mussulmani che giova a chi ne lucra nelle colossali vendite delle armi e nella perenne divisione che affievolisce tutti i paesi della regione, nessuno escluso. Però, nessuno c’avrebbe scommesso sopra, persino un “maledetto” dollaro? Tanto si sapeva la muraglia alzata dalla competizione per la leadership e dall’odio inter-religioso era, e rimane fino a prova contraria, così alta e fitta che nessuno c’avrebbe nemmeno provato a rimuoverla. E diciamolo ad alta voce: mantenerla alta quella muraglia conveniva e conviene alle cancellerie occidentali, perché rimuoverla non giova né serve i loro interessi, ivi compresi quelli relativi allo stato ebraico. Invece a volte i miracoli si realizzano. I cinesi c’hanno provato e sono riusciti e non a caso perché i loro interessi divergono e addirittura sono opposti a quelli dell’occidente nella regione medio-orientale. Oramai le carte sono allo scoperto: Pechino sa che una stabilizzazione della regione lacerata dalle divisioni, a causa della perenne e irrisolta questione palestinese e dalle guerre intestine spesso provocate da chi in occidente aveva sempre mirato ad indebolire i regimi arabi fomentando colpi di stato e rivolte ad arte, servirebbe i suoi interessi legati alla fornitura dell’energia e agli auspicati importanti scambi commerciali e investimenti che s’innescherebbero con l’economia del Dragone. Il progetto di far rivaleggiare lo Yen col dollaro, realizzando la metamorfosi del Petroyen al posto del petrodollaro, suonerebbe come una realtà ineluttabile. A nessun’arbitrarietà la sua eternità, se questa è un artifizio degli uomini e per giunta fondato sulla guerra e la semina delle divisioni, direbbe il mio proverbio. L’iniziativa cinese denota un attivismo e una lungimiranza notevoli: è nel mirino, e aggiungerei sotto processo, decenni di politiche occidentali fallimentari nel Medio-oriente. Ai popoli del Medio-oriente le redini del loro destino. Le guerre in Iraq, Siria, Libia, Libano e la perenne guerra fratricida in Egitto tra l’Istituzione militare sostenuta da Israele e dalle cancellerie, hanno dimostrato quanto sia importante mantenere le divisioni perché l’ordine mondiale attuale possa rimanere in piedi. Ora se i cinesi hanno capito che smontando i muri alzati gioverebbe alla loro economia e alla stabilizzazione del Medio-oriente e del mondo, ben venga il loro contributo. Ma lo devono capire soprattutto gli stessi protagonisti di questo squallido e triste teatrino. Sunniti e Sciiti, iraniani e sauditi, unitevi per rendere il Medio-oriente indipendente, prospero e autorevole nel mondo. Date a voi l’importanza che è insita nella geografia, nella civiltà e nelle favole che hanno narrato e glorificato la vostra terra e i vostri popoli. Mi vorrei soffermare, infine, su un problema identico in Nord-Africa che oppone il Marocco all’Algeria, causato dal colonialismo occidentale e mantenuto in vita per le stesse ragioni descritte sopra. Chi s’offrirebbe a riavvicinare Algeri a Rabat? A quando il risveglio, amici governanti del Nord-Africa? Ci vuole la Cina perché succeda un altro miracolo o vogliate risvegliare in voi un po' d'orgoglio e d'amor proprio, perché gli altri smettano di deridervi e di lucrare sulle vostre divisioni?      


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