J’Accuse del 1/06/2018 sulle accuse al nascente governo giallo-verde





 

J’Accuse  del 1/06/2018 sulle accuse al nascente governo giallo-verde

 


Le nationalisme c’est la guerre.

Il nazionalismo genera la guerra

François Miterrand


 
.
J’Accuse  del 1/06/2018 sulle accuse al nascente governo giallo-verde
 



Ottantotto (88) giorni ci vollero per formare il governo. 88 giorni di trattative e di acrobazie politiche. Tutto per colpa di una legge elettorale Rosatellum, votata anche dalla Lega, che non ha consentito la formazione di una maggioranza politica immediatamente dopo il voto. In questo campo delle leggi elettorali, i politici italiani sono esperti a far passare la volontà popolare in secondo piano e a far prevalere i loro inciuci sul risultato delle urne. Durante questo periodo si sono mescolate più volte le carte e fatte le più stravaganti e incoerenti ipotesi tra i diversi partiti. Ma l’unico governo possibile per evitare un governo tecnico e quindi le elezioni anticipate è stato quello tra leghisti e grillini. Quest’ipotesi, prima delle elezioni politiche del 4 Marzo era quasi inimmaginabile, ma piano piano divenne l’unica possibile nonostante le diversità ideologiche, politiche, economiche e socio-culturali. Allora, si fece presto ad attingere dai tedeschi che ebbero anche loro molte difficoltà a formare il loro governo, il concetto di contratto. Il contratto politico appunto divenne lo strumento, ossia il cavillo giuridico, per avallare da entrambi le parti, consultando le rispettive basi, le grosse contraddizioni e incoerenze che sarebbero alla base di una tale alleanza. Dopo la stipula del contratto tra le due parti e la spartizione delle poltrone di governo si doveva superare lo scoglio del quirinale: ossia la verifica della costituzionalità e dell’opportunità del medesimo contratto e delle nomine da parte del presidente Mattarella. Furono così dei giorni intensi ed emozionanti per le svolte e i cambiamenti che avrebbero determinato sia sul piano nazionale, sia sul piano europeo e internazionale. L’agitazione dei mercati e l’aumento dello spread fecero scattare il segnale d’allarme circa le scelte in materia economica e finanziaria, le quali dovevano essere tutelate da parte del Presidente della Repubblica. Così il Presidente Mattarella, esercitando le sue funzioni costituzionali, bloccò la nomina dell’economista anti-euro Savona al posto di Ministro dell’economia. La nomina di Cottarelli fu bocciata dal paese reale che s’indignò nei mezzi di comunicazione e di massa e per le strade. Inoltre era chiaro che il secondo nominato (Cottarelli) non avrebbe mai avuto nessuna maggioranza politica. In questo contesto si rischiava una vera rivoluzione nel paese. Bastarono qualche giorno e la presentazione della richiesta d’impeachment perché tutto tornasse all’ipotesi del contratto e del Prof. Conti come premier del governo del cosiddetto cambiamento. Si dice che in questi giorni così incerti e minacciosi contro la democrazia italiana, o al meno quella democrazia dei contratti alla quale siamo giunti, intervennero le più svariate forze a dissuadere gli uni e gli atri che se si fossero ostinati ancora a voler il prof. Savona al Ministero dell’Economia, l’Italia avrebbe subito un cataclisma economico finanziario che l’avrebbe declassata a paese del terzo mondo. Da lì, l’improvvisa decisione di riprendere il dialogo. Le poltrone servono per sedersi ma non per governare dal momento che i governi sono guidati dai mercati e dalle cupole massoniche! Dissero voci minacciose e attendibili. La stampa internazionale dipinge l’Italia come un paese in mano ai ciarlatani e populisti come Salvini, alleato de Le Pen, l’Estrema Francese e dei suoi amici estremisti quali Viktor Orbán e Farage… Li chiama i ciarlatani: cioè coloro che con mille astuzie, fobie e illusioni hanno riacceso i nazionalismi e i populismi in mezz’Europa. Quest’Europa tuttavia ha le sue colpe, perché aveva distrutto gli stati sociali a vantaggio dei mercati, aveva favorito una mondializzazione selvaggia che aveva dislocato le fabbriche, il lavoro degli europei, a vantaggio di uno sviluppo insostenibile e ingiusto per l’intera umanità. Quest’Europa, invece di rafforzare i diritti sociali e politici dei cittadini europei, aveva delegato tutto alle banche, agli scommettitori e agli speculatori che li hanno svenduti al miglior offerente e ne controllano oggi il destino e le politiche rispettive degli stati. La nascita del governo gialloverde è perciò un grande segnale d’allarme a tutta l’EUROPA ed è la diretta reazione dei popolo italiano alle politiche d’Austerity imposte dalla Germania. Solo il tempo ci dirà quanto questo discutibile governo riuscirà a fare.



Commenti