J’Accuse del 2 febbraio 2024 se la democrazia fosse rispetto dei popoli e dei cittadini del mondo. La grande bugia dell’occidente?

 

J’Accuse del 2 febbraio 2024 se la democrazia fosse rispetto dei popoli e dei cittadini del mondo. La grande bugia dell’occidente?

 




50 miliardi di euro all’Ucraina e chiusi i robinetti degli aiuti per all’UNRWA in Palestina, sospettata dall’Intelligence occidentale di collusione con Hamas, così ha deciso il Consiglio Europeo. Da una parte si premia la guerra come soluzione delle controversie internazionali e dall’altra si tolgono viveri, medicinali e aiuti alla popolazione civile di Gaza, qualificata da Netanyahu e dal suo Gabinetto come “animali indegni di vivere”. E’ uno specchio raccapricciante di un’Europa immorale e fallimentare sul piano politico, etico e strategico. La continuazione della politica con altri mezzi, nella fattispecie con la guerra alla Russia, togliendo risorse ai cittadini europei, famiglie e imprese, è una scelta molto discutibile, soprattutto alla luce delle grandi bugie finora congegnate dall’inizio del conflitto ucraino. Si è detto che il regime di Mosca sarebbe crollato dopo qualche mese, che i russi si sarebbero insorti contro Putin e che qualche Ufficiale dell’Esercito lo avrebbe deposto…; tante ipotesi e scenari che non si sono avverati. L’unica certezza è che la Russia sta guadagnando terreno, mentre ogni giorno la guerra miete immani danni all’economia e decine di morti, civili e militari. Davanti a questa verità, l’Europa si mobilità anche col venir meno dell’aiuto statunitense, in questa fase elettorale. La perdita dell’Ucraina, inevitabile a nostro avviso, visti i rapporti di forza, è diventata un rebus per gli attuali governanti europei che cercano fino all’inverosimile di giustificare il loro impegno a fianco di regime ucraino - ( ivi compresa a sorpresa la nostra Presidente del Consiglio che tenta di accreditarsi presso gli americani come un interlocuotre di fiducia, snaturando così la natura democratica dell'Europa occidentale) - , che avevano creato e alimentato pur di spingere l’Unione Europea e la Nato fino ai confini naturali della Russia. La verità è che questo progetto è già fallito dal momento che osserviamo le diversità culturali e identitarie tra l’intera Europa orientale e quella occidentale. Se da una parte la tradizione democratica in occidente, per così dire in modo cartesiano, è consolidata, in quella di Vizegrad s’annidano oggigiorno i germi di quello spirito antidemocratico e illiberale, incompatibile con i nostri valori e la nostra stessa storia. Il caso Salis, la maestra italiana arrestata, con discutibili accuse, ed esibita con le catene in un tribunale di Budapest, la dice lunga sulla natura del regime di Orban e dei suoi alleati al governo in Italia. Le dichiarazioni di Salvini a questo proposito sono sconcertanti. Un ministro della nostra repubblica non può attaccare un cittadino italiano nella maniera con la quale lo ha fatto. Deve svolgere il suo lavoro come dice la Costituzione con “ onore e disciplina”. Mentre i Fratelli d’Italia, fratelli solo quando si tratta dei loro interessi e amici politici, ci fa dubitare ancora sul significato di “Nazione e di Fratellanza” che ha la nostra Presidente del consiglio. Quando si tratta di “uno di noi”, ma in questo caso di una donna comunista, inerme e umiliata, anche se ha sbagliato, nessuna ideologia, nessun giustificazionismo e men che meno nessuna alleanza politica con Orban può far venire in secondo piano la dignità e i diritti di un cittadino italiano. Un presunto reato contestato alla Salis, non autorizza l’Ungheria a darci lezioni di democrazia e di civiltà giuridica. Avevano torto coloro che hanno allargato i confini dell’Europa a questa gente, molto diversa da noi per storia, tradizioni e sensibilità politica. Lo vediamo come trattano gli stranieri e col filo spianto che hanno messo lungo i loro confini. Che cosa abbiamo in comune con loro? I nostri governanti si preoccupano solo di togliere viveri e medicinali attraverso il taglio dei fondi all’UNRWA. Il genocidio dei palestinesi pesa come un macigno sulle loro coscienze. La carneficina dei palestinesi e la difesa d’Israele e dei suoi illegittimi interessi e violazioni è oggetto non solo del Tribunale della Corte di giustizia Internazionale, dell’Aia, ma anche delle nostre coscienze e della stessa storia che ricorderà che l’Europa è venuta meno alla sua stessa presunta democrazia e difesa dei diritti umani, sbandierati solo in modo strumentale e machiavellico come appunto nel caso ucraino.


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