J’accuse del 20 febbraio 2024 sulla morte dell’oppositore Russo Alexei Navalny- Russia e Medio-oriente a confronto

 

J’accuse del 20 febbraio 2024 sulla morte dell’oppositore Russo Alexei Navalny- Ai russi di scegliere chi li rappresenta.

 



Perché l’Unione Europea e gli USA s’accaniscono a condannare la morte di Alexei Navalny storico oppositore di Putin? Una figura costruita negli anni, ad arte dalla propaganda occidentale, al fine affievolire il capo del Cremlino e attaccarlo dall’interno come sanno fare gli americani e i loro alleati europei quando usano il megafono della violazione dei diritti umani e della tanto decantata democrazia. E' una guerra dell'informazione come avviene quando tutto quello che serve per vincere il nemico va impiegato al servizio di tale causa. Quel che sconvolge in questo contesto non è la sola drammatica e incresciosa morte dell’oppositore russo ma è la strumentalizzazione della sua morte per indebolire e delegittimare il Cremlino. Qual accusa non corredata da prove verrebbe avvallata per essere a fondamento di una condanna, se non è accompagnata da prove e da un contradittorio tra le parti in causa? Dov’è passato il diritto dell’imputato a difendersi? Assistiamo in queste ore ad un valzer di accuse che non ha precendenti nella propaganda occidentale antirussa. La stessa vedova Yulia Navalnaya accusa direttamente il Cremlino: ha detto alla stampa di mezzo mondo, dopo aver ricevuto l’abbraccio della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, che avrebbe continuato la lotta del marito, ucciso in uno sperduto Gulag in Siberia. Insomma se non ci fosse tutto quest’interesse dell’Europa a sostenere prima il marito e lei ora, non avrebbe mai osato sposare una causa, seppure nobile come la democratizzazione della Russia. E' sempre un’impresa ardua e irta di pericoli, visti i precedenti tentativi. Ma alla fine se guardiamo da imparziali le vicende storiche attuali e passate, nessun paese può insegnare all’altro come attuare e organizzare la condivisione del potere, senza considerare il temperamento della sua popolazione, la sua storia, la sua geografia e le sue culture interne. La democrazia, come c'insegnano le guerre mediorientali, non si trapianta con la propaganda, né con le armi, né con il sostegno ai dissidenti di comodo e né tantomeno con i complotti e l’ingerenza negli affari interni di un paese sovrano, così come oggi viene chiesto dall'occidente con la sua proposta di Commissione d'inchiesta internazionale.  L'obiettivo vero di tutto ciò: e che si vuole attraverso la stessa democrazia smantellare la Federazione russa così come fu smantellata la Ex Jugoslavia al fine di consentire l’infiltrazione della medesima e in definitiva la conquista delle sue immense risorse minerarie e naturali. 

Il discorso della democrazia e la sua costruzione va affrontato con un dialogo diretto, con la condivisione delle risorse e delle politiche economiche e culturali, nonché di difesa comune. Abbiamo visto lo scempio delle guerre americane in Medio-oriente che nel tentativo strumentalmente dichiarato di trapiantare la democrazia, insediando oppositori amici e regimi totalitari, hanno portato quell’area geografica sull’orlo di una rovina totale economica, politica sociale e securitaria che dura fino ad oggi. Perché non istituite le vostre commissioni d'inchiesta contro i crimini perpetrati dall'Esercito d'Israele?  Non erano più garantisti i regimi politici di un tempo rispetto a questi balordi e violenti venuti sui carri armati americani con progetti e sogni mai attuati? La verità è scioccante e quel che dispiace tanto è questo valzer di bugie e di miraggi che serve solo ad aggravare le relazioni con la federazione Russa e a nascondere la verità sui veri obiettivi dell'occidente.



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