Anno 2018 all'insegna del governo Gialloverde




J'Accuse del 30 Dicembre. Anno all'insegna del governo Gialloverde: un’equazione difficile da risolvere



Completo con la parte scritta di questo J’Accuse con la parte conclusiva del mio discorso. Quest’anno all’insegna del governo giallo verde ha costituito una svolta nella storia repubblicana, una svolta i cui frutti e risultati sono ancora ignoti, sebbene sia stato tutto detto e scritto nella manovra del popolo. Una manovra, come abbiamo visto, osteggiata dalle istituzioni europee e dalla totalità del mondo economico e finanziario italiano e internazionale. Si potrebbe dire che è lo specchio di questo governo ma anche essa delinea chiaramente e in modo palese i limiti e le contraddizioni di quest’ultimo. Le rivoluzioni annunciate da entrambi i contraenti hanno incontrato tanti ostacoli sul loro terreno. La verità, però, è che gli impegni presi dai governi precedenti nei confronti dell’Europa sono il vero problema per il cambiamento. L’adesione alla moneta unica impone il rispetto delle regole della casa comune europea. Chi non vuole rispettare queste regole s’espone a conseguenze inimmaginabili.

E allora dov’è andata la rivoluzione promessa e mancata?

Ce lo spiega proprio il dietrofront fatto alla manovra del popolo. È lì la debolezza di questo governo, il suo limite nel non poter fronteggiare le istituzioni europee, nonostante i proclami e la propaganda di Salvini.

Ma quale il prezzo pagato di tutto questo pandemonio?

Ne esce un’idea di un’Europa nemica dei popoli e delle loro aspirazioni all’eguaglianza e alla prosperità economica. Ma I governi devono, a prescindere della loro identità politica, essere loro stessi i promotori e gli architetti della costruzione europea. Quando c’imbattiamo oggigiorno nell’Europa dei sovranisti, dei populisti e dei razzisti quali sono i paesi di Visegrad, ci rendiamo contro quali sono i pericoli e le minacce che dobbiamo fronteggiare nel futuro: un’Europa che si chiude su sé stessa è una aberrazione della storia, un orrore, un’involuzione inammissibile. La costruzione di muri quale quello di Trump sul confine col Messico o la chiusura dei porti e delle frontiere imposta da Salvini e avvallata dai governi europei è una premessa assai significativa di un mondo che disconosce in modo inconsapevole i fari e i principi che lo hanno stabilizzato per decenni. Si stanno imboccando strade buie e politiche confliggenti, razziste e nazionalistiche. E’ questa l’amara verità. Un mondo che abbandona i più deboli e aizza l’odio e il razzismo contro le minoranze è un mondo di barbarie e d’inciviltà. Il problema principale delle società occidentali sono l’aumento delle disuguaglianze al loro interno e la mala gestione delle risorse del pianeta che si traduce nelle inique politiche colonialistiche praticate a danno dei popoli del sud del pianeta, giungendo fino alle modifiche dei climi con tutte le conseguenze catastrofiche che conosciamo.

La via istituzionale al cambiamento ha dimostrato i suoi limiti. L’alleanza con la Lega è per il M5S una chiara involuzione, un compromesso momentaneo e controproducente. La realtà però è irta di ostacoli e di regole che impediscono il cambiamento. Quanto alle barricate, vi lascio immaginare che i francesi da buoni rivoluzionari e buoni figli della loro storia hanno capito subito che per incidere sulle policy maker, l’unica via possibile è quella delle rivolte. I gilet gialli hanno imposto a Macron la presa di provvedimenti che fino a qualche tempo addietro erano inimmaginabili. In Italia il cambiamento ha preso altre vie. Ma prima o poi sapremo se le decisioni prese erano opportune o frutto di una commedia dell'arte a danno del popolo. ce lo diranno presto i primi mesi dell'anno venturo. 

Buon anno e che il domani sia migliore






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