J’accuse del 20 gennaio 2022 sulla commedia dell’arte dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica

 

J’accuse del 20 gennaio 2022 sulla commedia dell’arte dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica

 





Abbiamo visto come la propaganda di un sistema politico chiuso e clientelare creasse i propri eroi e privilegi i e li celebrasse con cerimonie e riti tipici delle dittature totalitarie. In questa fase politica così delicata e cruciale, l’establishment politico e istituzionale nel suo complesso è in cerca di un nuovo garante per la continuità dello stato. Ma i partiti politici, avendo smarrito quel cordone ombelicale che li lega alla realtà e quindi esaurito ogni loro legittimità popolare, proprio per colpa delle pratiche partitiche oligarchiche in uso e di una legge elettorale clientelare, a dir poco rappresentative della volontà popolare, e che nessuno vuole cambiare, non sono più in grado né d’eleggere nuove cariche istituzionali né di comporre un quadro politico che sia degno di una democrazia parlamentare rappresentativa e magari partecipativa.  Proprio questo quadro di caos e di guerra di tutti contro tutti, Bellum omnium contra omnes, si riflette nei mediocri discorsi dei vertici politici e nelle agghiaccianti strategie dei medesimi. Abbiamo visto come la mancanza di un accordo tra i principali contendenti abbia portato a delle candidature impopolari e a dir poco shoccanti. La stessa ipotesi di conferma del presidente Mattarella ci appare come un fallimento dell’intero sistema nel tentativo di individuare un nuovo arbitro della loro commedia istituzionale. In questo contesto, la candidatura dell’attuale presidente del consiglio denota e corrobora tale perdita di legittimità che dovrebbe essere alla base d’ogni sistema di governo. Questo avviene quando un’intera classe dirigente si rivela incapace di governare il paese e delega tale funzione a soggetti esterni, come in questo caso, che non sono mai stati eletti e che rappresentano per giunta interessi e parti totalmente estranei alla volontà popolare. Tutto questo clima ci viene dipinto come appunto ordinario e legittimo dalla propaganda ufficiale, ma la verità è chiara sotto il sole. In verità, questa legislatura stenta ad avviarsi verso la sua fine per colpa di chi è ben consapevole che sarà l’ultima delle legislature "degli allegri e degli incoerenti". Ma il male più profondo è insito veramente in questa legge elettorale proporzionale in vigore che non riesce a dare al paese una stabilità di governo. Ecco perché la pandemia, in qualche modo, abbia reso un grande servizio a costoro, nel conferire a questa classe dirigente le motivazioni per governare e rimanere al potere e soprattutto nel distogliere l’attenzione sui problemi veri del paese e delle istituzioni e il primo fra i quali la riforma della legge elettorale.

Chi sarà quindi il prossimo presidente della repubblica? Noi come J’Accuse, e credo interpretare il sentimento di molti cittadini, avremmo voluto che tale scelta venisse condivisa con il corpo elettorale nella sua interezza. Con la gente, voglio semplicemente dire : ma al momento non è possibile e sono i partiti e i loro segretari ad arrogarsi questo ruolo.

Tanti in questo paese evocano in modo inappropriato e strumentale gli spettri del passato, vale a dire il ventennio fascista, impedendo al popolo di riconquistare la sua centralità nelle scelte dei vertici istituzionali repubblicani. Questa classe politica, con la sua inflessibilità politica e ideologica rimane nemica della democrazia popolare autentica. Gli italiani, come i francesi e gli americani, hanno il diritto d’leggere il loro presidente, magari con un sistema elettorale a doppio turno alla francese. Sarebbe come ridare a Cristo quel che è di Cristo e a cesare quel che gli spetta. Le ipotesi Matterella e Draghi, al Quirinale, e per giunta quella del cavaliere innominabile, sono imposte dal sistema oligarchico vigente. La disinformazione in atto non aiuta a mettere chiarezza su questo problema. I problemi del paese sono e rimangono squisitamente di natura politica e rappresentativa. Purtroppo la pandemia ha aggravato e connotato questa fase di autoritarismo e caos. Solo un risveglio della coscienza della nazione attraverso la stessa società civile nelle sue svariate articolazioni culturali e politiche può esercitando ogni suo diritto naturale a far riconquistare al paese le istituzioni perdute e quella democrazia rappresentativa calpestata dai partiti.

Commenti