J’Accuse di Giovedì 5 maggio 2022 Traslazione del Delitto e Castigo. Dostoieski e la tragedia del popolo russo e ucraino”

 

J’Accuse di Giovedì 5 maggio 2022 Traslazione del Delitto e Castigo. Dostoieski e la tragedia del popolo russo e ucraino”




E’ pur vero che la storia rimane un corso e ricorso e gli uomini agiscono sempre in modo deterministico nelle situazioni di crisi. In questo contesto la tragedia dell’Ucraina e della Russia si reinserisce perfettamente nel pensiero universale ed etico Dostoevskiano. Basti vedere l’ampiezza del declino morale e umano per capirne la dimensione e la gravità e del dramma in corso. In queste ore si combatte strada per strada nell’acciaieria di Mariupol dove si sono rintanati i componenti del battaglione Azov. Nessuno s'arrenderebbe all’idea che nessuna vittoria è conseguibile se la follia dei nostri propositi ha trasformato le nostre città in macerie. Un tempo, nelle battaglie di un tempo, dove vigeva il principio della cavalleria e dell’onore, gli eserciti si affrontavano nelle campagne, a volte con un accordo preventivo, altre era la strategia e l’astuzia a determinarlo, ma si lasciava così una chance di sopravvivenza ai civili. Oggi nella guerra in corso, notiamo, chiaramente, un pauroso livello di accanimento da una parte e l’altra, come se si trattasse della stessa sopravvivenza di ciascuna delle parti a scapito dell’altra. Questa stessa singolare ostilità che va oltre l’immaginario, si riscontra negli scritti di Dostoevskij, in particolare nel suo romanzo Delitto e Castigo. Il principale protagonista Raskòl'nikov è in balia ad una crisi identitaria indotta non solo da fattori endogeni al personaggio, ma anche a quella realtà corrotta e fondata sul culto dell’io e dell’individualismo. Non a caso i richiami etici ai precetti del nuovo Testamento e i ricorrenti incubi come quello relativo alla piaga asiatica che diventa epidemia mondiale, non sono fatti da inquadrare nel loro significato temporale e spaziale del romanzo ma hanno, in verità oggi, una valenza attuale e simbolica raccapricciante. Raskòl'nikov oggi nel teatro russo ucraino è vivo più che mai e ha progettato già i suoi delitti. Se gli ucraini hanno ucciso dentro il lor cuore ogni idea di solidario etico, sociale e politico con la Russia, ed è stata questa la loro colpa maggiore,  indotta anche da chi li ha illusi con altre alleanze e promesse, la Russia si presenta come il vero Raskòl'nikov, un superuomo, o traslando, una superpotenza, circondata dalle avversità e dalla corruzione di un mondo che mira indebitamente a piegarla, cerca la sua salvezza attraverso l’uso della forza e l’eliminazione di coloro che vengono considerati “gli usurai dell’ucraina”. Però questa stessa Russia raffigurata da me come il Raskòl'nikov ha gli stessi connotai psicologici del protagonista di Delitto e Castigo: essa, a mio avviso, rimane stretta nella morsa dell’angoscia, della solitudine in cui versa oggi e soprattutto dei tormenti legati all’instabilità e alle difficoltà che sorgeranno sia livello interno che internazionale.

Di fronte alla dimensione colossale, complessa e articolata di un delitto del genere, per giunta ancora in corso, viene l’idea di pensare a quale castigo avrebbero meritato entrambi le versioni di Raskòl'nikov. Dal lato ucraino, abbiamo un protagonista sorretto da illusioni e promesse di vittoria che vanno aldilà d’ogni limite umano. Sono proprio coloro che hanno promesso i veri Raskòl'nikov, che non vogliono arrendersi all’idea di aver alimentato l’inferno nel paese con le loro ingerenze e con la semina delle discordie tra russi e ucraini. Arriverà il loro pentimento e sarà ad opera di quale fatale accadimento? Quello che saprei dirvi se leggessi nel pensiero Dostoevskiano. È che non vorrei essere nei panni di chi vede morire la propria gente per un ideale falso. In verità è la pace che è stata uccisa ed è questo il vero e grande delitto. Ed essa poggiava sul rispetto e la fiducia reciproca tra i due popoli. Chi ha ucciso questa pace, merita il sottosuolo. “Sonja” è anche ella presente e riflette quella parte del mondo che si è prostituita alle forze del male, ma essa pur recitando il vangelo non riesce finora a salvare nessuno.

Vedremo chi meriterà la siberia…

 

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