J’Accuse dell’11 Aprile l’Attacco al consolato iraniano e la strategia della tensione di Netanyahu/ Guerra totale

 J’Accuse dell’11 Aprile l’Attacco al consolato iraniano e la strategia della tensione di Netanyahu

 


Guttuso: ora e per sempre, Resistenza - Arte Svelata


Bombardare un consolato o un’ambasciata di un paese sovrano è contro le regole del diritto internazionale, anche quando si tratta di presunte accuse di terrorismo rivolte a Teheran di appoggiare e finanziare gli stati e i movimenti antisraeliani che vengono chiamati "La Resistenza". Nessun paese al mondo può agire impunemente uccidendo e distruggendo, come ha fatto Israele a Gaza e altrove, senza aspettarsi le reazioni della controparte o delle controparti. Ora e fino al giorno del bombardamento medesimo i Raid in territorio siriano dell’aviazione di Tel-Aviv erano diventati la consueta escursione dei loro Jet: una consuetudine senza contromisure per lo stato ebraico. La non reazione dello stato siriano è dovuta a delle ragioni militari e politiche ben chiare. Damasco, appena uscita da una straziante e distruttiva guerra civile, non ha né i mezzi né gli appoggi politici internazionali per entrare in un deleterio conflitto militare contro Israele e di conseguenza contro i suoi alleati occidentali. Ma questa volta il bombardamento della sede diplomatica di Teheran ha dei risvolti e delle implicazioni ben evidenti. Netanyahu punta a ben altro dopo la sua sventura a Gaza e vuole attraverso questa irresponsabile azione di provocare gli Ayatollah e di trascinarli in un conflitto diretto contro l’America, mantenendosi lui e chi lo segue, al potere a Tel-Aviv, nonostante le richieste di dimissione e la perdita dei consensi e di credibilità sia all’interno del paese sia con gli alleati occidentali. Si vuole, altresì, attraverso l’auspicata entrata in guerra dell’Iran da parte sua, di avere la carta il pretesto per distruggere La centrale nucleare iraniana e tutta l’industria militare che ruota intorno. E’ una sfida le cui conseguenze sono inimmaginabili e soprattutto imprevedibili non solo per l’intero scacchiere mediorientale ma per l’intero occidente. Se dovesse reagire l’Iran, così come ha dichiarato Ayatollah Khamenei, il conflitto non opporrà solamente le due parti in causa, ma s’estenderà automaticamente a tutti i paesi, viste le compromissioni e le coperture che alcune paesi hanno garantito per lo stato ebraico fino ad oggi. Quello che abbiamo visto a Gaza si rifletterà nelle città dei complici e dei carnefici. L’immane distruzione a cui assisteremo sarà indubbiamente biblica e nessuno può dirsi estraneo e indifferente.  

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